14 Oct 2024
HomeComoSanità lombarda / Ats Insubria: vigilanza critica

Sanità lombarda / Ats Insubria: vigilanza critica

Intervista a Paolo Tettamanti, tecnico della prevenzione e delegato della Fp Cgil Como

25 ott. 2022 – “Per oltre un ventennio le politiche assunzionali delle ex Asl, oggi Ats, sono state carenti, ciò ha comportato carenze d’organico importanti in particolare nei servizi di prevenzione e vigilanza. Solo ultimamente, rispetto a nuove assunzioni, c’è stato qualche segnale ma non sufficiente a soddisfare i minimi compiti istituzionali previsti, quali: vigilanza nelle aziende e nei cantieri edili, inchieste su infortuni e malattie professionali, controlli in materia di igiene sanita pubblica, alimentare e veterinaria”. Paolo Tettamanti è tecnico della prevenzione nell’unità operativa salute sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Ats Insubria, nella sede di Olgiate Comasco. È intervenuto telefonicamente all’attivo della Fp Cgil regionale su “La sanità pubblica lombarda vista da dentro” e lo abbiamo ricontattato sul tema.

Questo sostanziale stallo delle assunzioni cosa comporta? “Grande sofferenza e frustrazione per le lavoratrici e i lavoratori che, di fatto, non riescono più a espletare le attività di prevenzione citate. Purtroppo, l’aumentare delle morti sul lavoro è evidente indicatore di una carenza di vigilanza ispettiva sul territorio. Accentrando le sedi territoriali e il personale, fa perdere di fatto la conoscenza lavorativa industriale delle zone più periferiche, per difficoltà legate a distanze e tempistiche per raggiungere i luoghi lontani. L’Ats Insubria copre due province: Como (per 148 comuni) e Varese (per 138 comuni), su una superfice di circa 2400 chilometri quadrati” spiega il delegato della Fp Cgil Como.

Quali altre problematiche sono da segnalare? “Alcune prestazioni sono state privatizzate o subappaltate. Due esempi: perse le esclusività sulle verifiche tecniche periodiche degli impianti elettrici nelle aziende e le verifiche periodiche sulle attrezzature; affidati a ditte esterne, alla veterinaria, i servizi di accalappia cani e il recupero sul territorio degli animali. Alcuni sportelli di aiuto al pubblico sono stati soppressi. Non va nemmeno bene che per nuovi edifici industriali, artigianali e commerciali valga la sola autocertificazione, senza un avvallo preventivo da parte dell’Ats. Ma ci sono anche aspetti tecnici, legati alla pandemia da Covid-19, che hanno evidenziato criticità prevenzionistiche nel Dipartimento per la programmazione, accreditamento, controllo, acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie”.

Cioè? “Non è gestibile l’attività di vigilanza e controllo su strutture sanitarie e sociosanitarie quando la stessa Ats le accredita e dà il benestare strutturale a queste tipologie di edifici, vedi case di cura e Rsa. È difficile per il personale tecnico dover adottare eventuali provvedimenti prescrittivi nei confronti di datori di lavoro delle strutture sanitarie a cui si era dato il benestare. Il risultato: una difficile e incompatibile gestione dei rischi legati al contenimento da contagio da Covid, a discapito della tutela della salute e sicurezza delle persone degenti, delle operatrici e degli operatori”.