A un anno dalla guerra provocata dall’aggressione della Russia all’Ucraina, anche la Cgil partecipa alle mobilitazioni in tutto il Paese, con Europe for Peace, per chiedere il cessate il fuoco e all’Europa di essere una voce forte per la pace
23 feb. 2023 – “Tacciano le armi – Il LAVORO chiede PACE”. Così la Fp Cgil Nazionale su Facebook nell’affermare la presenza della categoria alle manifestazioni che si terranno in tutta Italia, con la Cgil e la coalizione “Europe for Peace”, il 24 e il 25 febbraio, dalla marcia notturna Perugia-Assisi di domani, a un anno dall’aggressione della Russia all’Ucraina, alla fiaccolata conclusiva in piazza del Campidoglio a Roma.
“Questa guerra, come purtroppo fanno tutte le guerre, ha causato decine di migliaia di morti e milioni di profughi e sfollati. Nel cuore dell’Europa abbiamo massacri, bombardamenti, devastazione, mentre la corsa al riarmo dei Paesi indica la via dell’escalation militare, con l’incubo della catastrofe nucleare che potrebbe profilarsi, invece che la via del provare il negoziato per costruire la pace” afferma Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia, che tra le manifestazioni che ci saranno nella nostra regione parteciperà alla fiaccolata, con corteo cittadino, domani dalle 18.30 a Varese.
“Noi chiediamo che l’Europa intervenga concretamente per affermare la cultura della pace, ripartendo dalle sue origini di Europa sociale e solidale, agendo un ruolo politico forte, autonomo, responsabile, perché si arrivi a spegnere il fuoco e a ridare diritti e centralità alle persone, al benessere delle comunità. Questa guerra – aggiunge Vanoli – colpisce drammaticamente la popolazione ucraina e ha ricadute pesanti a livello globale, non solo con la crisi energetica e alimentare, ma acuendo gli effetti di altre, vedi la crisi economica e ambientale. Ma c’è anche un modello culturale sbagliato da superare: la guerra porta altra guerra, alimenta odio continuo e nazionalismi, non va più considerata come mezzo per risolvere le controversie tra Stati. La pace è più difficile ma è l’unica strada vera e mette al centro il dialogo non le barriere. La pace è salute e prevenire la guerra sarà sempre meglio che curarla”.