19 Apr 2024
HomePubblicazionePrecari Irccs e Izs / Vertenza legale Fp Cgil

Precari Irccs e Izs / Vertenza legale Fp Cgil

“Per ottenere la ricostruzione di carriera ossia l’erogazione di tutte le differenze – retributive, indennitarie e previdenziali – del periodo di precariato”

9 mar. 2023 – “Il lavoro in ricerca sanitaria pubblica si fonda sul precariato, prevalentemente ‘al femminile’, essendo formato all’80% da donne”. Così la Fp Cgil nazionale nel rendere noto che, dopo il risultato del sondaggio rivolto a ricercatrici e ricercatori degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e degli Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs), e considerando l’indecoroso protrarsi nel tempo di questa precarietà, ha deciso di fare partire una vertenza legale.

La durata media del precariato del personale storico è di 13,3 anni, con un range da 6 a 39 anni. Si arriva quindi fino a 36 anni con contratti atipici senza alcuna tutela, e solo gli ultimi 3 a tempo determinato, dopo l’istituzione della ‘piramide’ [assunzione con contratto di 5 anni + 5 a tempo determinato – ndr]. L’età media è di 42,86 anni con punte fino a oltre 65 anni – rendiconta la Fp Cgil -. Per questo e vista l’ottusa insistenza con cui le Istituzioni continuano a non dare nessuna risposta concreta di stabilità lavorativa a questi lavoratori, abbiamo deciso di avviare un’azione giuridica per ottenere la ricostruzione di carriera, ossia l’erogazione di tutte le differenze – retributive, indennitarie e previdenziali – del periodo di precariato”.

Alberto Evangelista, coordinatore Fp Cgil Lombardia e componente il coordinamento nazionale Irccs e Izs Fp Cgil, sollecita “tutte le colleghe e colleghi precari a sostenere questa iniziativa. Sul sito della Fp nazionale c’è un form da compilare on line con tutte le istruzioni del caso. Abbiamo sostenuto tante lotte e questo è un ulteriore modo per provare a ottenere diritti. La precarietà incide sulle buste paga e sui contributi pensionistici ed è importante recuperare quanto perso sul piano economico. Continueremo parallelamente a portare avanti la nostra campagna ‘Ricerchiamo stabilmente’: dopo tanti anni di precarietà, lavorare con un contratto a tempo indeterminato è una questione di dignità, giustizia e rispetto per tutte le ricercatrici, i ricercatori e il personale della ricerca sanitaria pubblica, otre che un passo necessario per lo sviluppo dell’intero servizio sanitario nazionale e del Paese”.