Il sindacato, con la segretaria generale Sabrina Negri, in difesa del perimetro pubblico e dell’importanza della medicina di genere
8 mag. 2023 – La Fp Cgil cremonese attacca la destrutturazione, da parte della Asst Cremona, del servizio Area Donna, “valido esempio di medicina di genere”, mentre lo stesso servizio, e con lo stesso nome, è stato aperto qualche giorno fa alla Casa di Cura Ancelle della Carità di Cremona.
“All’inaugurazione erano presenti i vertici della Ats Val Padana e il direttore sanitario della stessa Azienda socio sanitaria territoriale. Nulla da dire sulle attività in cui una struttura del privato convenzionato decide di investire, contestiamo invece che un servizio pubblico di riferimento per le donne venga svuotato di risorse e competenze passandone la gestione alla sanità privata. Non c’è, dunque, un servizio in più ma un travaso, in cui a perdere è la sanità pubblica e universale e questo non va assolutamente bene”, afferma la segretaria generale della categoria territoriale Sabrina Negri.
L’equiparazione tra sanità pubblica e privata è già stata sancita in Lombardia. “Non c’è collaborazione ma competizione e a condizioni impari, visto che sulla prima si è operato per decenni a suon di tagli lineari e ora è in ginocchio anche per le carenze di personale. La seconda, poi, ha l’esplicito appoggio di politica e istituzioni e se si va avanti così il Servizio sanitario nazionale finirà di esistere”, considera la sindacalista.
Perché Asst Cremona ha ridimensionato Area Donna? “La stanno progressivamente smantellando, prima con l’idea di un Cancer Center, poi abbandonata, e ora in favore di una riallocazione del personale in vista della costruzione del nuovo ospedale. Un traguardo, questo, che verrà raggiunto, forse, tra una decina d’anni e con una riduzione dei posti letto e quindi della capacità di assistenza e cura”.
Torniamo alle vostre rivendicazioni. “Vogliamo che un gioiello pubblico, universale e inclusivo, come l’Area Donna vada non solo mantenuto ma anche rilanciato, la medicina di genere è importante, garantisce equità di cure e fa la differenza nel migliorare la loro efficacia. I servizi pubblici vanno rafforzati e non ridotti, i diritti ampliati e non esclusi. Chiediamo alla Asst di rendere trasparenti le proprie intenzioni, nel rispetto di pazienti, dipendenti, cittadine e cittadini – aggiunge Negri -. E ribadiamo che alla prevenzione pubblica vadano finalmente date gambe per camminare, con tutti gli incentivi necessari, invece che restare sulla carta dell’ennesima riforma sanitaria regionale”.