“Per l’istituto, aumentare gli organici è il primo fondamentale passo. Bisogna anche invertire rotta al più complessivo depauperamento della Pubblica Amministrazione. Inail e Inps sono gli unici capisaldi del welfare rimasti”
8 giu. 2023 – Silvio Etrusco, 53 anni, è il nuovo coordinatore Inail della Fp Cgil Lombardia.
“Ringrazio Dino Pusceddu e tutta la segreteria regionale per questa nomina, e, anticipatamente, per tutto il supporto che riceverò dai territori e da colleghe e colleghi”, esordisce.
Dipendente dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro dal 1997, Silvio Etrusco lavora nella sede di Bergamo nel ruolo di assistente, istruendo pratiche amministrative che vanno dalle anagrafiche ai nuovi rischi, dalle riclassificazioni alle casalinghe. “Ho lavorato 7 anni nel processo lavoratori e da 20 lavoro nel processo aziende”.
Quali sono i problemi dell’Inail? “Gli stessi denunciati attraverso la mobilitazione unitaria e lo sciopero nazionale dello scorso aprile, a partire dalla carenza di personale sia amministrativo che medico e infermieristico. Porto l’esempio della mia sede: dal 1997, quando ho iniziato a lavorare a Bergamo, eravamo più di 100 lavoratrici e lavoratori, oggi arriviamo a stento a 60 e ogni anno per pensionamenti diminuiamo di 2-3 unità. Questa condizione si traduce in carichi di lavoro troppo pesanti, in aumento di stress da lavoro correlato, in demotivazione. Se a ciò aggiungiamo le procedure informatiche lentissime e la legittima rabbia dell’utenza che si affianca al nostro disagio, il quadro è presto fatto”.
Aumentare gli organici migliorerebbe la situazione? “Sarebbe il primo fondamentale passo. Bisogna anche invertire rotta al più complessivo depauperamento della Pubblica Amministrazione. La stessa Aran (l’agenzia governativa per la rappresentanza negoziale – ndr) ha certificato che i dipendenti pubblici percepiscono stipendi bassi. Una prospettiva che non attira. Per accedere ai concorsi in enti come Inail e Inps, il titolo di base richiesto è la laurea magistrale, ma si diventa veramente competitivi se si anche è in possesso di un master o di un titolo di dottorato. Benché la qualità dei concorrenti sia elevata, la retribuzione a cui si può aspirare, una volta assunti, non è affatto adeguata al costo della vita, specie se si deve prendere servizio nelle sempre più carenti sedi delle regioni settentrionali, magari avendo già una famiglia a carico. Paradossalmente, nonostante il problema occupazionale, diventa difficile accettare l’incarico con tali presupposti. Infatti si è assistito a numerosissimi casi di rinuncia in occasione degli ultimi concorsi espletati”.
I servizi erogati ne risentono. “Purtroppo, in queste condizioni, non riusciremo più a stare dietro alle continue richieste che pervengono. La Lombardia è la regione con il più alto numero di aziende e di infortuni, purtroppo anche di casi mortali e malattie professionali, queste ultime con un picco dopo il blocco avuto in fase di emergenza pandemica. È necessario prima di tutto attuare la prevenzione, effettuare controlli adeguati e formare in modo costante il personale. Senza tali condizioni si rischia certamente di peggiorare”.
La digitalizzazione della Pubblica amministrazione è un altro tema importante. “È un punto saliente del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza). I progetti per implementare la digitalizzazione ci sono sulla carta ma sono incompleti e rilasciati senza essere testati completamente. Se si rilasciano programmi testati parzialmente è plausibile si verifichino poi intoppi che non consentono, ad esempio, di riuscire a pagare gli infortuni. Le lavoratrici e i lavoratori dell’Inail si sentono parte dell’istituto, hanno a cuore la mission dell’istituto e i suoi utenti, ma chiedono di poter essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio: servono pc moderni, non obsoleti, e i programmi vanno testati in toto!”
Sullo smart-working? “È una modalità di lavoro che consente di produrre in modo più efficace grazie proprio alla sua caratteristica di flessibilità. Infatti, per lo più si lavora anche oltre l’orario di servizio, tra l’altro senza percepire né buoni pasto né rimborsi per i consumi delle utenze private”.
L’Inail è un presidio pubblico da tutelare. “Insieme all’Inps. Sono gli unici capisaldi del welfare rimasti. Dobbiamo difenderli guardando ai nostri figli. Se dovessero venir meno, non potremmo più parlare di democrazia, di Costituzione: andrebbe avanti solo chi può permetterselo. Viceversa, noi non ci possiamo assolutamente permettere che prosegua quanto afferma Zygmunt Bauman: ‘Il ridimensionamento del welfare state va di pari passo con la disaffezione generale verso la cosa pubblica’”.
Secondo Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia, “Precariato e frammentazione del mondo del lavoro hanno prodotto un aumento degli infortuni. Le lavoratrici e i lavoratori dell’Inail svolgono un lavoro fondamentale perché si crei una diffusa cultura della salute e sicurezza, eppure non hanno gli strumenti per garantire la loro funzione sebbene le risorse economiche ci siano. È allora urgente, da un lato, far fronte alla grave carenza di personale dell’Inail, a partire dalla Lombardia che ha il ‘primato’ di lavoratori e imprese da seguire. Dall’altro, valorizzare economicamente e professionalmente i dipendenti, rendendo attrattivo lavorare per l’istituto nella nostra regione. Ringrazio dunque Silvio per l’impegno preso – sottolinea –: con la sua esperienza e professionalità potremo migliorare le condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ente. Ancora di più, difendere l’istituto dal continuo depauperamento delle sue risorse che sono fondamentali per tutto il mondo per lavoro”.