Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Lombardia: “Bisogna crederci davvero nel ruolo delle carceri, per cambiare paradigma. Serve più personale penitenziario, bisogna sanare il sovraffollamento detentivo. Auguri di pronta guarigione al collega rimasto ferito e la nostra vicinanza e solidarietà ai lavoratori”
28 giu. 2023 – Dure risse in due sezioni detentive, la nord e la sud. Un agente penitenziario finito in pronto soccorso per essere riuscito a fermare, nella nord, i tafferugli. È accaduto al Nerio Fischione, una delle due carceri bresciane.
“Intanto auguriamo una pronta guarigione al poliziotto ferito, che è stato dimesso con 7 giorni di prognosi, ed esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà a tutti i colleghi – dichiara Calogero Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Lombardia Polizia Penitenziaria -. Del resto le carenze di organico, al pari del sovraffollamento, sono un problema che impatta nel quotidiano dell’istituto e quando esplodono questi episodi il poco personale che c’è fa quello che può per evitare che le persone detenute si facciano male tra di loro. Se poi, come in questo caso, è un solo agente a dover gestire queste conflittualità il finale a suo discapito è quasi scontato”.
Come mai era da solo? “Il fatto è che mancano almeno 60 agenti. Di ispettori ce n’è solo 2 a fronte dei previsti 25. Mancano sottufficiali e sovrintendenti. Mentre, al contrario, le persone detenute superano le 350 a fronte delle 189 regolamentari. L’agente rimasto ferito in quel momento era da solo ma aveva chiamato soccorsi. Purtroppo i colleghi erano impegnati nella rissa della sezione sud. Siamo sempre più preoccupati per le continue tensioni e le condizioni lavorative pesanti e di eccessivo stress per i lavoratori della Polizia Penitenziaria – aggiunge il sindacalista Fp Cgil -, Rinnoviamo l’appello al Dap, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, affinché vengano prese misure a tutela dell’incolumità psico-fisica degli agenti. Misure che devono viaggiare di pari passo con una riorganizzazione del sistema carcerario nel suo complesso, anche rispetto a una riforma dell’esecuzione penale e gli investimenti necessari negli istituti, inclusi quelli tecnologici. Tutto si tiene insieme. E le persone ristrette devono poter essere messe nelle condizioni di scontare una pena in modo dignitoso, per poi provare a essere reintrodotte, come vuole la nostra Costituzione, nella società. Ma bisogna crederci davvero nel ruolo delle carceri, per cambiare paradigma. Diversamente si rischia di farle diventare un luogo che apparentemente, ipocritamente, non c’è, con tutte le ricadute drammatiche del caso. Come Fp Cgil lottiamo per la dignità delle persone e a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici”.