23 Oct 2024
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Il Dl Concorrenza e i rischi sul sistema sociosanitario lombardo

Coordinamento Cgil Cisl Uil Lombardia Welfare

La garanzia costituzionale della tutela della salute non è uguale alla tutela della concorrenza e, tuttavia, duole rilevare che Governo e Parlamento, in materia di concorrenza, hanno avuto molta più attenzione per le possibili ripercussioni del decreto sulle concessioni balneari” dichiarano Cgil Cisl Uil Lombardia, categorie della Funzione Pubblica e i sindacati Pensionati regionali, riuniti oggi a Milano con i Coordinamenti Welfare territoriali. Il racconto della situazione delle Rsa mantovane con la segretaria Fp Cgil Magda Tomasini, la dichiarazione, a margine dell’incontro unitario, del segretario Fp Cgil Lombardia Lello Tramparulo

5 lug. 2023 – Il Decreto legge Concorrenza è più noto rispetto agli effetti sulle concessioni balnerari ma i suoi effetti sul sistema sociosanitario lombardo, dove pubblico e privato sono stati equiparati, possono essere dirompenti.

Questa mattina se ne è discusso nella riunione unitaria che, a Milano, ha coinvolto, da tutta la regione, i coordinamenti Welfare di Cgil Cisl Uil, insieme alle categorie della Funzione Pubblica e dei sindacati dei Pensionati.

Dall’incontro è emersa la “grande preoccupazione per l’avvicinarsi del termine dato alle Regioni per adeguarsi alle norme in materia di accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private e la conseguente contrattualizzazione delle strutture sanitarie e sociosanitarie, private”, per cui le Regioni “dovranno garantire a tutti gli operatori privati accreditati pari opportunità di accesso al mercato delle prestazioni sanitarie per conto del servizio pubblico”.

Come diffuso nella nota stampa unitaria relativa al provvedimento (Legge 118 del 5 agosto 2022 e Decreto ministeriale del 19 dicembre 2022), la Lombardia, per le politiche ad hoc realizzate nel tempo, è “caratterizzata dalla quasi assenza dell’offerta pubblica nel comparto sociosanitario a partire dalle Rsa. Si è scelto un modello di coinvolgimento del privato che prevede di dare l’accreditamento a tutti gli operatori con i requisiti di idoneità, trasferendo la contrattualizzazione annuale alle Ats con vincolo di budget.  Nel quadro delle nuove norme sulla concorrenza, gli erogatori privati già a contratto o solo accreditati, hanno già cominciato a chiedere che tutta la spesa sanitaria, anche il budget assegnato alle strutture sanitarie pubbliche, sia contendibile con le stesse regole – avvisano -. Bisogna evitare che il prezzo del riordino di questi importanti servizi ricada ancora una volta sulle cittadine e i cittadini lombardi, in modo particolare sui più fragili e vulnerabili, e che la competizione fra gli erogatori privati si giochi sul contenimento del costo del personale e gli investimenti. Nei servizi soggetti a compartecipazione, i rischi d’impresa (es.: mancato rinnovo del contratto di servizio) verrebbero trasferiti sull’aumento delle rette che ogni ente gestore, con le regole vigenti in Lombardia, può decidere liberamente”.

Magda Tomasini, segretaria Fp Cgil MantovaIntervenendo alla riunione, Magda Tomasini, segretaria Fp Cgil Mantova, ha raccontato la realtà delle Rsa nel suo territorio. “Nelle Rsa del mantovano, le carenze di organico, i turni massacranti, i salti di riposo, le ferie mancate, i carichi di lavoro incompatibili a gestire l’assistenza, spesso portano le operatrici e gli operatori a situazioni di stress e burnout”. Nessuno di loro vorrebbe poter mai dire alle persone ospiti di attendere perché si è occupati in altre attività, o negare loro un bisogno primario: una parola consolatoria, tranquillizzante, una voce amica. “Ma per questo non c’è più tempo, e così sempre più personale del comparto, proprio a causa delle condizioni di lavoro, sta abbandonando la professione. Privati della loro professionalità, le lavoratrici e i lavoratori hanno paura di commettere errori”. Mentre le aggressioni nei loro confronti aumentano.

Ma la sindacalista considera anche le famiglie cui “al momento degli ingressi” vengono promessi “servizi che poi non si riescono ad erogare perché perennemente si è in emergenza”. È così che – e non è scontato – le operatrici e gli operatori delle Rsa “prima di parlarci dei loro problemi ci parlano degli ospiti, ci dicono di non aver fatto tutto quello che avrebbero dovuto fare solo perché il tempo non c’è”.

Queste condizioni di lavoro e le carenze di organico sono dovute a “un sistema sociosanitario assistenziale lombardo completamente sbagliato”, rileva Tomasini. Un sistema in cui fanno la loro brutta parte anche “gli appalti al massimo ribasso, con una miriade di contratti applicati e spesso non firmati dalle organizzazioni sindacali confederali. Ci troviamo di fronte a stipendi da fame, senza una valorizzazione della professionalità del personale che lavora nel sistema”. Da qui la rivendicazione sindacale di “una revisione di tutto il Terzo Settore, che negli anni è stato completamente abbandonato a sé stesso”, come ha mostrato anche l’arrivo del Covid, di cui la segretaria mantovana ricorda la fase drammatica nelle residenze sanitarie assistenziali per anziani, con le lavoratrici e i lavoratori lasciati senza dispositivi di protezione, e allora eccoli arrangiarsi con mascherine fatte con assorbenti o tute con sacchi di plastica. Mentre Regione Lombardia, ricorda sempre Tomasini, alle istanze sindacali rispondeva: “Quelle sono strutture private, pertanto devono arrangiarsi”.

Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia“Con l’entrata in vigore del Decreto legge Concorrenza, Regione Lombardia dovrà, entro il prossimo settembre, dotarsi di un provvedimento legislativo che adegui il sistema sociosanitario regionale ai parametri previsti dalla norma di legge. I numeri lombardi sono rilevanti: 2670 unità di offerta di cui 2527 contrattualizzate, oltre 84.000 lavoratrici e lavoratori coinvolti”, afferma Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia, a margine dell’incontro sul welfare di questa mattina.

Il sistema sociosanitario va riformato – prosegue Tramparulo -, è necessario rivedere il sistema del minutaggio per riorganizzare degnamente i servizi. Solo attraverso il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori sarà possibile garantire un adeguato livello di assistenza alle persone”.

Cosa rivendicano i sindacati?Una programmazione regionale (pluriennale/annuale) con chiare determinazioni sulla tipologia e sui volumi dei servizi da erogare rispetto ai bisogni di salute del territorio; trasparenza nei processi di selezione degli operatori privati, sia in fase di accreditamento che di contrattualizzazione”. Inoltre a Regione Lombardia si chiede la “revisione del sistema di accreditamento e contrattualizzazione inserendo standard organizzativi e di servizio e regole che possano garantire: tutela occupazionale, con l’applicazione dei CCNL di comparto sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative; qualità dei servizi, tramite il potenziamento degli organici, l’adeguamento del minutaggio assistenziale, la presenza di tutte le professionalità essenziali al mantenimento di aggiornati standard erogativi; sviluppo dei modelli organizzativi e di servizio per aumentare la qualità dell’assistenza ed ampliare la filiera dei servizi residenziali, semi-residenziali e domiciliari; equità e sostenibilità, per le unità d’offerta sociosanitaria soggette alla compartecipazione della persona assistita, agendo sia sulla quota sanitaria rimborsata agli enti gestori, per rapporto alla maggiore complessità assistenziale, che sulla regolazione e moderazione delle rette sui posti contrattualizzati con la Regione”. Cgil Cisl Uil, categorie Fp e sindacati Pensionati  lombardi chiedono anche di “restituire centralità erogativa e tecnologica agli enti pubblici del sistema e di cogliere l’occasione della riorganizzazione della Medicina Territoriale, a partire dal pieno impiego delle risorse in attuazione del PNRR, per sviluppare la filiera dei servizi rivolti alle persone anziane e non autosufficienti e dotarsi di strumenti pubblici di analisi dei bisogni di salute, requisito fondamentale per la costruzione di strumenti programmatori efficaci”.

L’impegno delle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati è anche quello “a promuovere iniziative di sensibilizzazione sui territori della nostra Regione, con l’obiettivo di costruire un sostegno sempre più ampio alle nostre proposte”.