La categoria rilancia il comunicato sulla “Carta solidale” diffuso con la Cgil e lo Spi locali. Per i segretari Fp Turcatti e Puleri è preoccupante la situazione di un lavoro povero che è anche tra le cause dell’”emorragia di professionalità nei servizi di cura e assistenza”
28 lug. 2023 – “La Valtellina, lo dicono numerosi studi, è tra le province lombarde che ha redditi e assegni pensionistici più bassi. Il disagio sociale è una realtà e questa misura ‘una tantum’ non è un aiuto vero per le persone, tra crisi, precarietà, disoccupazione o lavoro povero”. Michela Turcatti, segretaria confederale territoriale e segretaria generale della Fp Cgil Sondrio, insieme a Leonardo Puleri, segretario della categoria, rilanciando la nota stampa sulla Carta solidale, diffusa insieme a Sandro Bertini, segretario generale dello Spi Cgil Sondrio, partono proprio dal lavoro povero.
“Lavorare e non riuscire a sostenersi adeguatamente, il lavoro povero è un ossimoro e un’ingiustizia sociale, che ha delle ripercussioni nella resa dei servizi pubblici alla cittadinanza, sia nel settore pubblico che nel settore privato. Infatti c’è un’emorragia di professionalità nei servizi di cura e assistenza. Le lavoratrici e i lavoratori, soprattutto della cooperazione sociale e del sistema sociosanitario, provati da carenze di organico che rendono insostenibili le condizioni di lavoro e a fronte di retribuzioni che non reggono i rincari della vita abbandonano gli ospedali, le Rsa, in cerca di soluzioni di miglior favore e questo diventa un tema serio per chi di quei servizi usufruisce” spiegano Turcatti e Puleri.
Quindi bisogna investire sul lavoro, e, rispetto al vostro ambito di rappresentanza, sul lavoro pubblico. “Assolutamente, a maggior ragione quando c’è disagio sociale, se i servizi pubblici non sono forti le persone sono più sole e i diritti di cittadinanza rischiano di diventare più fragili e precari”, confermano i due sindacalisti.
Cosa non va in ‘Dedicata a te’? “La Cgil, a tutti i livelli, da tempo sta ribadendo che questo governo non guarda ai poveri, e quando lo fa li guarda a dir poco storto, concretamente tagliando risorse, vedi il Reddito di cittadinanza, e mettendoci delle pezze, vedi questa ‘Carta solidale per acquisti di beni di prima necessità’, una misura non solo ‘una tantum’ ma anche insufficiente a coprire, nel nostro territorio, le necessità. A beneficiarne saranno circa 233 famiglie, troppo poche.”
Quindi? “Bisogna rispondere con provvedimenti che hanno visione e di sistema, affrontando la povertà alle radici, investendo nel welfare e nell’integrazione sociosanitaria, nelle politiche attive e sociali del lavoro. Ma anche rinnovando bene i contratti pubblici e privati, rivalutando le pensioni, sanando le precarietà. Non certo, come sta facendo il governo, reintroducendo i voucher o eliminando le causali per i contratti a termine. E vedremo, forse a settembre, come sarà il prossimo ‘Assegno di inclusione e supporto alla formazione’, perché già temiamo che sarà poco inclusivo e di un sostegno limitante, ancora una volta, rispetto alla platea che ne avrebbe bisogno. Ci aspetta una nuova stagione di lotta”.