13 May 2024
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Inps / L’ipotesi del contratto integrativo ridà spazio alle Rsu

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Questa è una novità dell’intesa 2022-2023 siglata di recente. Trevisani e Pusceddu (Fp Cgil Lombardia): “L’integrativo dà attuazione alle novità del ccnl Funzioni Centrali e valorizza il personale dell’istituto”

28 lug. 2023 – “È un momento nuovo e importante. Questo integrativo dà la possibilità alle Rsu di avere un ruolo pieno nella contrattazione, che era stato loro sottratto. Sarà un anno di sperimentazione, ma noi siamo positivi e abbiamo fiducia nella qualità delle nostre rappresentanze sindacali unitarie: auspichiamo che in sede provinciale faranno accordi per garantire, con i progetti speciali, un salario accessorio decoroso alle colleghe e colleghi”. Dopo l’assemblea regionale delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inps che la Fp Cgil Lombardia ha organizzato con il segretario Dino Pusceddu e con Matteo Ariano della Fp Cgil nazionale, per illustrare la recente ipotesi del contratto integrativo dell’ente, Antonella Trevisani, coordinatrice Fp Cgil Lombardia, va dritta al cuore della materia.

“Questo integrativo riguarda il biennio 2022-2023 e consente di dare un seguito allo stralcio delle progressioni orizzontali, proseguendo anche per quest’anno al riconoscimento e alla valorizzazione del personale dell’Inps attraverso i differenziali del nuovo contratto nazionale delle Funzioni Centrali. L’integrativo dà piena attuazione al mandato del ccnl che ha rivisto l’ordinamento professionale, così producendo l’inquadramento delle famiglie professionali e dando spazio alla contrattazione decentrata, appunto, delle Rsu”, spiega la sindacalista.

Perché è sperimentale? “Perché è soggetto a tutti gli aggiustamenti del caso. Dà la possibilità, alle sedi territoriali dell’istituto, di individuare le criticità delle lavoratrici e dei lavoratori nell’ottica di migliorare anche l’erogazione dei servizi”, risponde Trevisani.

Altro? “È importante la delibera per le progressioni in deroga tra le aree. Le abbiamo sostenute fortemente come Cgil per liberare un personale ingabbiato per decenni dalla riforma Brunetta che non ha consentito la crescita professionale. Insomma, questo contratto apre prospettive positive per le lavoratrici e i lavoratori, ha basi buone da cui ora raccogliere i frutti”.

Anche il segretario Fp Cgil Lombardia Pusceddu evidenzia che quest’ipotesi dà “attuazione alle progressioni economiche per metà del personale e libera la contrattazione a livello locale. Questo contratto è stato firmato per la prima volta da tutti anche se alcune sigle se ne vergognano: noi lo rivendichiamo perché è un importante passo in avanti per tutti i dipendenti dell’istituto”.