Giovedì 27 luglio depositata in Regione la proposta referendaria in tre quesiti. Nel Comitato promotore anche la Cgil, con la categoria della Funzione Pubblica e lo Spi
28 lug. 2023 – Per cambiare passo al sistema sanitario lombardo i sindacati sono mobilitati da tempo. La Cgil regionale, con la categoria della Funzione Pubblica e lo Spi, il Sindacato Pensionati, muovono ora un nuovo passo entrando nel Comitato promotore che ieri, 27 luglio, ha depositato in Regione una proposta di referendum abrogativo popolare della riforma lombarda del welfare (dalla legge 33/2009 fino alle modifiche introdotte dalla legge 22/2021).
Le prime cinque firme della proposta referendaria sono quelle di Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, Vittorio Agnoletto responsabile dell’Osservatorio Salute, Massimo Cortesi, presidente Arci Lombardia, Federica Trapletti, segretaria Spi Cgil Lombardia, Andrea Villa, presidente ACLI Milano.
“Del Comitato promotore fanno parte più di 100 associazioni, organizzazioni e comitati. Il referendum popolare è abrogativo, quindi non potrà rivoluzionare il sistema sanitario regionale ma proverà a modificarne dei nodi strategici per ridare ruolo a un servizio pubblico universale, garante del diritto alla salute previsto dalla nostra Costituzione”, spiega Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia.
Come? “Con i tre quesiti referendari vogliamo abolire l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e ridare alla sanità pubblica una piena funzione di programmazione e controllo dei servizi, ambiti nei quali il privato ora ha occupato spazi attraverso le deleghe delle Agenzie di tutela della salute (Ats) e delle Aziende socio sanitarie territoriali (Asst) – risponde Tramparulo -. Le cittadine e i cittadini, attraverso le tasse, finanziano i servizi pubblici, tra cui appunto la sanità. Regione Lombardia, pubblica amministrazione, destina importanti risorse alla sanità privata ed è giusto che questa sia integrativa della sanità pubblica, rimettendo al centro il ruolo del pubblico a partire dalla governance del sistema sanitario regionale”.
Bisogna dunque riconsolidare il perimetro pubblico. “È stato compresso, avvolto com’è, a cipolla, da provvedimenti legislativi susseguitisi nel tempo. La parificazione, in una logica di mercato, di sanità pubblica e sanità privata garantisce sempre meno il diritto alla salute delle persone. L’attuale impianto normativo – prosegue il segretario della Fp Cgil Lombardia – volge alla privatizzazione del sistema, lasciando soli i cittadini e le cittadine, i lavoratori e le lavoratrici della sanità. Sosteniamo dunque con determinazione le ragioni della campagna referendaria per cambiare l’attuale assetto legislativo regionale”.
Anche il personale sanitario viene penalizzato? “L’impoverimento progressivo della sanità pubblica, le carenze di organico, la precarietà, le dure condizioni di lavoro saltando riposi e ferie, stanno demotivando le lavoratrici e i lavoratori, che, sfiniti dal Covid, si aspettavano un rilancio e rafforzamento del settore. Anche così si spiega l’emorragia di personale dagli ospedali, ad esempio, o i concorsi pubblici che vanno quasi deserti. Per svoltare urge un piano straordinario di assunzioni a tutto campo, dai servizi ospedalieri a quelli territoriali”, chiude Tramparulo.
Dal punto specifico dello Spi, la segretaria generale lombarda Federica Trapletti sostiene che “Gli anziani sono coloro che più stanno pagando per le inefficienze del nostro sistema sanitario regionale. Sono sempre di più quelli che rinunciano a curarsi a causa delle lunghissime liste d’attesa poiché non possono permettersi prestazioni a pagamento. È necessario rafforzare la sanità pubblica e il referendum ha questo obiettivo”.
Questa prova referendaria è “la naturale prosecuzione delle nostre iniziative per ridare ai cittadini lombardi una sanità giusta ed efficace – dichiara la segretaria Cgil Lombardia Monica Vangi -. Sono anni che interveniamo puntualmente su ogni provvedimento, presentiamo proposte di modifica, interloquiamo con i vari assessori al Welfare e promuoviamo iniziative di protesta a sostegno delle nostre proposte. Oggi è giunto il momento di ridare la parola ai lombardi, chiamandoli ad esprimersi direttamente con il proprio voto. Siamo convinti che serva tutto il nostro impegno per un tema così importante e vicino come la quotidiana odissea delle liste d’attesa. Siamo contenti di avere importanti compagni di viaggio in questa avventura”.