3 Jul 2024
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Carcere di San Vittore, problemi roventi

carcere di San Vittore

La denuncia della Fp Cgil Milano, con il coordinatore provinciale Riccardo Di Prima e il segretario Cesare Bottiroli

29 ago. 2023 – “Quella che sta finendo è stata un’estate di fuoco per il carcere di San Vittore, e non solo dal punto di vista climatico. Innumerevoli episodi hanno messo a dura prova gli operatori, in primis gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che hanno avuto a che fare frontalmente con incendi, colluttazioni, danneggiamenti, aggressioni e, purtroppo, anche con la tragedia di due detenuti che si sono tolti la vita a breve distanza di tempo”. Riccardo Di Prima, coordinatore provinciale della Fp Cgil Milano, nonché delegato storico nell’istituto penitenziario di Piazza Filangieri, usa toni amari nel descrivere la realtà in cui lavora.

“Come Fp Cgil denunciamo le diverse criticità da tanto tempo, troppo: le nostre denunce non hanno trovato dei veri riscontri da parte dell’Amministrazione, cioè interventi strutturali ma solo misure tampone”, evidenzia.

Ad esempio? “Sono tante le persone detenute affetti da problematiche di natura psichiatrica e da dipendenze. Noi agenti penitenziari non abbiamo le competenze sanitarie per gestire situazioni complesse, non siamo psicologi o psichiatri. Un supporto terapeutico servirebbe anche per tanti giovani adulti, soprattutto nordafricani, privi di legami sul territorio e affetti da dipendenze e che, magari per le esperienze drammatiche vissute, portano dentro dei pesi che, se non risolti o elaborati, possono esplodere in crisi aggressive, verso sé stessi o gli altri. Del resto la Fp Cgil, dal livello nazionale a quello regionale, ha chiesto un supporto anche per noi agenti. Siamo persone e anche tra le nostre fila, purtroppo, ci sono stati suicidi e ci sono crisi. Fare il nostro lavoro è una grande responsabilità, una dura prova”.

A quando le ultime aggressioni nei vostri confronti? “Temo sempre di riferire una data che potrebbe essere superata in questo stesso istante. Comunque, per risponderti, l’ultimo caso grave è stato venerdì 25 agosto. Un detenuto del 3° reparto, noto per le sue problematiche comportamentali, ha sferrato un pugno al volto di un ispettore, e subito dopo ha colpito con una testata un sovrintendente accorso in aiuto del collega”, racconta Di Prima.

Le carenze degli organici restano un tema? “Sì, parlo per la Polizia Penitenziaria ma la problematica riguarda tutte le professionalità. Vedi, appunto, le pesanti carenze di personale infermieristico e medico, con quest’ultimo costretto a svolgere turni anche di 24 ore per garantire la necessaria assistenza sanitaria.  incidono sulla qualità del servizio con inevitabili conseguenze che si possono ben immaginare. Questa partita è di competenza regionale ma è opportuno rimarcarlo anche in questa sede”.

Altri problemi? “Oltre al sovraffollamento carcerario, che non aiuta ma anzi inasprisce le condizioni generali e individuali, sono da segnalare le condizioni strutturali dell’Istituto. Lo scorso anno, nel corso di una visita voluta e accordata, la Fp Cgil aveva denunciato gravissime carenze nella caserma, negli spogliatoi, e pure la mancanza di adeguati servizi igienici. Recentemente, date le elevatissime temperature, abbiamo chiesto un intervento urgente per installare i condizionatori in numerosi luoghi di lavoro – aggiunge –. Bisogna poter lavorare in condizioni dignitose e tutelando la salute e invece molti lavoratori e lavoratrici hanno dovuto operare in condizioni insopportabili e rischiose. Questo mancata attenzione da parte dell’Amministrazione non è giusta e ci fa male, facciamo tutti parte della stessa istituzione!”.

Nel comunicato diffuso dalla Fp Cgil Milano, il segretario Cesare Bottiroli ha dichiarato: “Se il problema delle carceri è drammaticamente cronico, questo non significa che bisogna rinunciare a sanarlo. I problemi sono fatti per essere risolti ma bisogna volerlo. San Vittore non fa eccezione: luogo deputato alla sicurezza, sta sempre più diventando un luogo pericoloso per la salute e rischioso per la dignità personale di chi vi è ristretto e per le donne e gli uomini che lavorano a tutti i livelli nel sistema penitenziario. La nostra Costituzione afferma tutt’altro ed è in quella direzione che continueremo ad andare, con le nostre delegate e delegati tenacemente impegnati al rispetto dei diritti e delle condizioni materiali delle persone”.