Nel territorio, interessati dal rinnovo circa 400 lavoratrici e lavoratori. La rivendicazione della categoria sindacale con Davide Farano.
20 ott. 2023 – Il lavoro povero è una triste e grave realtà della nostra società. In ambiti come il Terzo Settore, dove le retribuzioni sono già basse, tenere al palo i contratti nazionali di lavoro significa peggiorare questa situazione.
Da qui la denuncia della Fp Cgil Varese, con il segretario Davide Farano, sul caso del ccnl ANFFAS, l’Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo.
“ANFFAS ha pensato bene di interrompere le trattative per il rinnovo contrattuale ponendo dubbi sulla sua sostenibilità economica. Ma senza porsi dubbi sul fatto di lasciare circa 5000 operatrici e operatori a livello nazionale, di cui circa 400 nel territorio varesino, a combattere il caro vita, quando già le buste paga sono leggere – racconta il sindacalista -. Sono lavoratrici e lavoratori che erogano servizi a persone con disabilità (a partire dall’età evolutiva) e hanno un contratto scaduto 5 anni fa, nel 2019. Lavorano da poveri”.
È stato indetto lo stato di agitazione. “Sì, a livello nazionale e territoriale. Nella nostra provincia abbiamo organizzato assemblee e imbandierato le strutture interessate. Le lavoratrici e i lavoratori hanno aderito con forza alla protesta – evidenzia il segretario Fp Cgil -. Andremo avanti con altre iniziative, presidi, volantinaggi, a sostegno del diritto costituzionale alla giusta retribuzione, anche coinvolgendo e sensibilizzando l’utenza e la cittadinanza tutta”.
Altro da segnalare? “Anche nel territorio varesino alcune parti datoriali hanno cercato, in modo unilaterale, di versare anticipi economici al personale, da restituire una volta rinnovato il contratto nazionale – risponde Farano -. Come FP CGIL riteniamo pericolosi, oltre che parziali, insufficienti e incoerenti, questi interventi che tolgono potere alla contrattazione nazionale e che contrastiamo e contrasteremo, a tutela di tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano nel settore”.