14 Oct 2024
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Welfare e diritti da aumentare

Miriam Gironi al convegno Fp Cgil del 25.10.2023

Il punto di vista del sindacato del quadrato rosso al convegno organizzato a Roma dalla Fp Cgil Nazionale: “Il futuro del welfare e il valore del lavoro pubblico e privato nei servizi pubblici: ‘Essenziali per Costituzione’”

 25 ott. 2023 – Miriam Gironi lavora da Asa (Ausiliaria socio assistenziale), in una cooperativa sociale che si occupa di persone con disabilità cognitive e psichiatriche, da vent’anni, ed è delegata della Fp Cgil Milano da dodici.

Intervenendo al convegno “Il futuro del welfare e il valore del lavoro pubblico e privato nei servizi pubblici: ‘Essenziali per Costituzione’”, che la Fp Cgil Nazionale ha organizzato oggi presso la sede nazionale confederale, ha raccontato le difficoltà di un lavoro delicato e sottoposto a ritmi pesanti e mansioni anche improprie, per via della carenza di professioni infermieristiche.

Ma il farsi carico, da delegata sindacale, delle condizioni di lavoro e delle problematiche delle lavoratrici e dei lavoratori (provati da “stanchezza fisica ed emotica, frustrazione, scarsa qualità di vita e di salario”), lottare per il cambiamento paga.

Infatti, dalla verifica delle buste paga Miriam ha visto “l’uso delle notti passive, la mancanza del giusto tempo di riposo” e l’uso del part time involontario. “Occorre sempre che le lavoratrici e i lavoratori siano informati”, ha sottolineato, riferendo del cambio di passo avvenuto, col pressing sindacale, non solo con il risultato di fare applicare i turni notturni al posto delle notti passive. Ma anche con l’inserimento di personale infermieristico in tutti i servizi.

C’è ancora tanto da fare ma, insieme, si è più forti e si possono ottenere risposte concrete, è stato il nocciolo duro del suo messaggio.

“Aumentare i diritti e aumentare i salari, rendere attrattive professioni bellissime”, è stato quello di Michele Vannini, segretario della Fp Cgil Nazionale.

Nella cornice del welfare sono ricomprese la sanità pubblica, la sanità privata e il Terzo Settore, un arcipelago di lavoro povero ma ricco di professionalità e attività diverse, questo, e di particolare frammentazione e dumping contrattuale. Tutti sono accomunati dal servizio di cura e assistenza (da intendersi in senso ampio) delle persone.

Se, per la sanità pubblica, il disinvestimento progressivo negli anni, i tagli, le carenze di personale, hanno reso le condizioni di lavoro impossibili e minato l’esigibilità del diritto alla salute, anche delle stesse lavoratrici e lavoratori che, quando possono, stanno fuggendo a gambe levate, per la sanità privata i profitti si fanno sul costo del lavoro e attraverso le tasche delle cittadine e dei cittadini. Il mondo degli appalti poi, esito anche di incessanti privatizzazioni, rappresenta una frontiera continua in tema di (meno) diritti in capo a chi lavora.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel chiudere il convegno ha ricordato l’insostenibilità e l’ingiustizia di un sistema per cui il cittadino paga le tasse anche per sostenere il Servizio Sanitario Nazionale e poi deve “aggiungere altri soldi”, se può, per pagarsi le cure. Un sistema siffatto “non sta in piedi”. Maurizio Landini al convegno Fp Cgil del 25.10.2023

Eppure, all’arrivo del Covid 19, pareva si fosse capita la centralità della sanità pubblica. Invece, l’Italia, oggi spende meno di quando ci è piombata addosso questa pandemia, il “6,1%”, ricorda Landini, a fronte di paesi come la Francia e la Germania che si attestano sul 10%. E la legge di bilancio porta a un’ulteriore stretta.

Quando, ad esempio, bisogna assolutamente mettere “risorse per aumentare gli organici. Non solo per chi lavora in sanità, sta peggiorando la qualità delle condizioni del Paese -, avverte il segretario generale -. Viene avanti una logica di ulteriore peggioramento del diritto alla salute, non garantito”.

Se l’orizzonte è quello di dare valore pieno a un settore essenziale per le nostre vite e le nostre comunità, con il contratto unico laddove si moltiplicano invece le filierie, e lo stesso contratto e gli stessi diritti per chi fa uno stesso lavoro, un nodo, imprescindibile, da sciogliere è la volontà politica a investire nel settore di cura e di confrontarsi, con rispetto vero, con le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori.