Domani la ricorrenza internazionale contro la violenza sulle donne. Tante le iniziative della Cgil, anche in Lombardia. E parte la petizione on line di Belle Ciao “Siamo Qui per Restare. Vite Non Numeri’”. Vanoli (Fp Cgil Lombardia): “Giulia Cecchettin è stata assassinata per senso di possesso e gelosia. Chi fa violenza a una donna, chi la uccide, deve risponderne sempre. E la questione è collettiva”
24 nov. 2023 – Domani è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ma il tema della violenza di genere si è acceso da giorni per il femminicidio di Giulia Cecchettin, a testimoniare che la periodicità dell’evento non deve essere formale ma tradursi in pratiche concrete quotidiane, fino all’auspicabile risoluzione totale del problema.
Purtroppo la strada è lunga, dovendo ribaltare un paradigma culturale, quello del patriarcato, che si manifesta anche a livello sociale. Per questo modello tanto radicato quando ingiusto, i femminicidi e le diverse forme di violenza subite dalle donne (più del 60% solo in Lombardia, come mostrato da una recente indagine dello Spi Cgil) restano sull’onda dei fatti di cronaca e il mare mosso prima o poi, più spesso presto, si placa.
Il rumore delle studentesse e degli studenti che sta animando l’indignata ribellione all’uccisione di Giulia – e nel frattempo un altro femminicidio è stato consumato e chissà quante altre violenze sulle donne – fa ben sperare nel tenere il più a lungo possibile l’alta marea. Nella consapevolezza che bisognerà di continuo presidiare e intervenire e ogni volta ricominciare.
Le iniziative della Cgil per il 25 novembre saranno tante in tutta Italia e anche in Lombardia.
“Credo sia davvero utile valorizzare il grande lavoro fatto dalla Cgil in tutti i territori lombardi. Momenti di approfondimento e riflessione straordinari e importantissimi, fatti in relazione alle reti territoriali che lottano con noi contro ogni violenza e contro gli stereotipi di genere – ha dichiarato Angela Mondellini, segretaria Cgil Lombardia -. Abbiamo capito che la nostra battaglia passa attraverso la prevenzione, prima che attraverso la repressione. Abbiamo capito che occorre impostare un lavoro culturale lungo che parta dall’infanzia. Abbiamo capito che dobbiamo metterci in rete in questa battaglia. Abbiamo capito che il patriarcato attraversa tutte le generazioni e che, per sconfiggerlo, ci vuole la forza di tutte e tutti, di donne e di uomini. Costruiamo la voglia di cambiare, per una società senza violenza e stereotipi”.
“Giulia Cecchettin è stata assassinata per senso di possesso e gelosia. Se fosse ancora viva, avrebbe mai potuto perdonare il suo ex per averle impedito di presentarsi il giorno della laurea, negandole questa realizzazione personale, che peraltro ha un ritorno sociale? Non credo proprio. Lo studio è emancipazione individuale e collettiva, non a caso i talebani vietano alle donne afghane di studiare – afferma Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia -. Chi fa violenza a una donna, chi la uccide, deve risponderne sempre. E la questione è collettiva, oltre al dolore delle persone coinvolte per l’uccisione di queste donne. La responsabilità della violenza è degli uomini, che legittimano con essa il loro dominio secolare sulla donna, a partire dal controllo del suo corpo. Vanno sradicati calcati stereotipi e pregiudizi, funzionali a perpetrare questo arbitrario potere – aggiunge Vanoli -. Penso, ad esempio, ai disagi e al senso di colpevolizzazione in cui vengono messe le donne quando provano a denunciare le violenze subite, a come vengono a monte etichettate e, quando va bene, rese complici di chi le ha aggredite. La battaglia è da portare avanti insieme, donne, uomini, società e istituzioni tutte – evidenzia la dirigente sindacale -. La violenza maschile sulle donne va sconfitta partendo dall’infanzia, a tutti i livelli, familiari, scolastici, sociali. È necessario l’impegno di tutte e tutti. Partecipiamo, intanto, alle iniziative previste domani. Sottoscriviamo e diffondiamo la petizione on line, ‘Siamo Qui per Restare. Vite Non Numeri’ che la Cgil lancia con Belle Ciao”.
In merito la stessa Confederazione sostiene: “non basta la visione securitaria e repressiva messa in campo dal Governo ma è necessaria la prevenzione, perché le pene arrivano quando la violenza si è già manifestata. Pretendiamo un Paese paritario nel quale le donne non debbano dover vivere con la paura di subire violenza dentro casa o al lavoro. Per questo migliorare la condizione delle donne è un punto fondamentale della nostra mobilitazione”.