La denuncia della Fp Cgil bresciana con la segretaria Nadia Lazzaroni: “Come sindacato abbiamo da tempo diffuso un vademecum per il personale sanitario e socio sanitario. Le aggressioni sono un effetto e non la causa di diversi problemi. Manca la rete territoriale. Bisogna investire in tutta la sanità pubblica”. E il segretario generale Enzo Moriello che aggiunge: “Vanno rafforzati tutti i servizi pubblici. Serve più welfare e, di certo, servono altre politiche regionali e nazionali. Intanto nel nostro territorio abbiamo contribuito a far nascere l’alleanza bresciana ‘Salviamo il Servizio Sanitario Nazionale’”
12 gen. 2024 – “Senza il supporto e il filtro dei servizi territoriali, i pronto soccorso sono diventati ricettacoli di umanità dove si scaricano problematiche di salute fisica e mentale e un crescente disagio sociale che andrebbero, appunto, prese in carico dalla sanità territoriale da un lato, e con politiche diverse dall’altro”. Così Nadia Lazzaroni, segretaria della Fp Cgil Brescia, nel commentare la recente aggressione di una paziente, pare in stato di ebrezza, nei confronti del personale medico e sanitario del pronto soccorso dell’Istituto clinico Città di Brescia.
“Le aggressioni contro le lavoratrici e i lavoratori della sanità e del socio sanitario si susseguono nel nostro territorio, come a livello regionale e nazionale – considera Lazzaroni -. La Fp Cgil ha da tempo diffuso un vademecum su come affrontare situazioni critiche, quale strumento pratico di fronte alle aggressioni verbali e fisiche. Ma al tempo stesso, come categoria sindacale, rivendichiamo l’urgenza di investire nella sanità pubblica, a partire dalla rete territoriale che è stata progressivamente indebolita, con gli esiti drammatici che l’erompere del Covid ha reso evidente”.
Il caso che denunci è avvenuto in una struttura privata convenzionata. “Il tema non cambia. I pronto soccorso non possono né dovrebbero sostituirsi a servizi di assistenza sociale, ai servizi per la salute mentale, ai medici di medicina generale, per citare alcuni soggetti del welfare territoriale. Ma se questa manca, l’unica alternativa che può dare una risposta nel breve termine resta l’emergenza urgenza ospedaliera -, afferma Lazzaroni –. L’intervento delle forze di polizia è una misura di sicurezza però non è la soluzione dei problemi. La soluzione è investire per rafforzare tutta la sanità pubblica, territoriale e ospedaliera (dove c’è una fuga di professionalità dovuta alle pessime condizioni di lavoro), assumendo le lavoratrici e i lavoratori che rispondono ai reali fabbisogni di salute e consentendo loro di lavorare con dignità, valorizzazione, tutelati nella loro salute e incolumità”.
Per Vincenzo Moriello, segretario generale della Fp Cgil Brescia, un altro punto fondante, è “rafforzare anche tutti i servizi pubblici, dal momento che erogano diritti e si prendono cura, inteso qui in senso ampio, di tutte le persone, a partire da quelle più fragili e in difficoltà e a prescindere dalle loro tasche. È un tema, questo, che si lega alle ‘incuranti’ politiche regionali e nazionali messe in atto: per contrastarle la lotta sarà dura ma come categoria e con tutta la Cgil, garantiamo il nostro impegno. Inoltre – prosegue Moriello – è necessaria una assunzione di responsabilità di quanti hanno a cuore la difesa del Ssn. Anche per questo abbiamo contribuito a far nascere l’alleanza bresciana ‘Salviamo il Servizio Sanitario Nazionale’ che, con la collaborazione di professioniste e professionisti della salute e il supporto di numerose realtà associative territoriali, si pone l’ambizioso obiettivo di avviare una campagna di informazione rivolta alle cittadine e ai cittadini per aumentare la consapevolezza della necessità di salvare questo bene comune”.