Oggi la categoria riunita nell’assemblea generale. Nella relazione politica, la segretaria generale Manuela Vanoli, per un sindacato più forte nella sua confederalità, costruttore di ponti a tutela delle persone, mobilitato con la proposta e il conflitto per l’affermazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori
29 gen. 2024 – Un anno denso e sfidante, senz’altro molto impegnativo, per la Fp Cgil e per la Confederazione tutta. Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia, l’ha rimarcato nella sua relazione politica nel corso dell’Assemblea Generale della categoria regionale che ha avuto corso oggi, in presenza e in collegamento da remoto.
Quattro, in sostanza, gli assi portanti della relazione. Il primo è la violenza con cui è partito il 2024, “fisica, psicologica, verbale, di genere, economica, tecnologica, sociale, culturale, ambientale”, retaggio di piaghe già in essere e che si fanno più ampie e profonde – dai femminicidi alle morti sul lavoro e alle morti dei migranti -, e che, con le tante guerre in corso, da quelle dimenticate a quelle più vicine in Ucraina e in Medio Oriente preoccupano per lo spargimento di sangue innocente e per il possibile peggioramento degli scenari di allargamento dei conflitti. In un mondo sempre più disuguale, a danno delle persone non dei poteri forti.
“La violenza e l’odio portano morte e sofferenze, innescando una pericolosa spirale che oltre a dilatarsi nello spazio si dilata nel tempo, coltivando via via le ragioni della prossima vendetta”, sottolinea Vanoli.
Come già per il popolo ucraino, anche per quello palestinese, “carne da macello sotto le armi di Israele, dopo l’orrendo assalto di Hamas dello scorso 7 ottobre, subito condannato dalla Cgil”, il sindacato del quadrato rosso rivendica processi di pace e ha aperto una raccolta fondi straordinaria per portare aiuti umanitari a Gaza, cui la Fp Cgil Lombardia si impegna a dare corpo e diffusione.
Miliardi di persone saranno chiamate a votare nel mondo, e anche in Europa, mentre avanzano politiche ultraliberiste, nazionaliste, autoritarie e neofascismi. Lo sguardo internazionale diventa sempre più imprescindibile per tenere insieme le diverse problematiche da affrontare, a partire dalla tenuta delle democrazie, e Vanoli insiste sul ruolo perduto, mai pienamente realizzato, dell’“Europa sociale e del lavoro”, oltre che dell’accoglienza, come traguardo da perseguire.
Tutta la Cgil si prepara a lottare in direzione ostinata e contraria: a difesa della democrazia, facendo crescere una forte rete internazionale antifascista, solidale, per la trasformazione e la giustizia sociale. In Europa e nel mondo, vedi la solidarietà data allo sciopero dei sindacati argentini contro le torsioni del Presidente Milei.
Le politiche italiane fanno eco, con la loro specificità, a queste tendenze internazionali. Il Governo di Giorgia Meloni aggredisce i poveri e non la povertà, indebolisce ancora di più i servizi pubblici e favorisce le privatizzazioni.
Già solo su una categoria specificamente confederale com’è la funzione pubblica, dove si saldano “i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e quelli di cittadinanza”, di materie su cui lavorare ce n’è in abbondanza, tenendo conto anche dell’autonomia differenziata – e del peso che avrà in Lombardia, con la Regione che vuole “acquisire 23 nuove competenze a invarianza di personale” – e dell’intento di riformare la Costituzione con il premierato.
Gli altri tre punti principali della relazione della segretaria generale della Fp Cgil Lombardia riguardano il rinnovo dei contratti nazionali, sia per i settori pubblici che per quelli privati, il proseguire delle rivendicazioni lanciate, a livello confederale, con la mobilitazione per seguire “La Via Maestra”, ovvero i valori e i principi fondanti della nostra Carta Costituzionale, nata dalla Resistenza antifascista, a partire dall’uguaglianza e la pari dignità sociale di ogni persona. E il prossimo rinnovo delle Rappresentanze Sindacali unitarie, che vedrà già quest’anno coinvolto il comparto dell’igiene ambientale, per poi interessare, nei primi mesi del 2025, la sanità pubblica, le funzioni centrali e le funzioni locali.
Sono tre punti collegati tra loro perché iscriversi al sindacato, e scegliere quale, è fare una scelta di campo.
Scegliere la Cgil, candidarsi con e per la Funzione Pubblica, significherà fare diventare problemi singoli di posto di lavoro delle istanze collettive, adoperarsi per le tutele, rivendicare diritti e proposte, agire il conflitto quando necessario. Significa partecipazione, affermare nel concreto quotidiano principi di democrazia. E ci sarà molto da difendere, come spiega Vanoli, se oggi l’attacco alla rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori investe anche il ruolo del contratto collettivo nazionale di lavoro, cornice basilare per tutelare un impianto contrattuale unitario, invece che frantumarlo in contratti regionali cui forti interessi sempre più puntano.