3 Dec 2024
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‘La Lombardia SiCura’ / Aperta la petizione on line, domani parte la raccolta firme cartacea

La Lombardia Si Cura, alcuni componenti

Tramparulo (Fp Cgil Lombardia): “Come Cgil sosteniamo con convinzione questa campagna, che incrocia temi che come categoria portiamo avanti da anni”. La segretaria generale della categoria regionale Vanoli: Diffondiamo il più possibile questa petizione, facciamola vivere in tutti i posti di lavoro e tra le persone. Il diritto alla salute riguarda tutte e tutti”

29 feb. 2024 – Con il 1° marzo parte la raccolta firme cartacea – quella on line è stata appena aperta –  con cui il cartello ‘La Lombardia SiCura’ lancia una petizione per la sanità lombarda.

‘La Lombardia SiCura’, di cui la Cgil fa parte, con questa petizione chiede a Regione Lombardia (a cui verranno consegnate le firme) cinque interventi precisi in merito al Centro Unico di Prenotazione (Cup), le liste d’attesa, i medici a gettone, le Rsa, i servizi territoriali.

Eccoli nel dettaglio:

Centro unico di Prenotazione: istituzione da parte della Regione entro il 30/6/2024 di un CUP, che dovrà disporre delle agende di tutte le strutture, pubbliche e private contrattualizzate, e di ogni specialità; sospensione dei contratti con quelle aziende private che si rifiutano di consegnare le agende al CUP. Il CUP dovrà fissare visite ed esami nel territorio di residenza (ASST) del cittadino/a richiedente.

Abbattimento delle liste d’attesa: a) attraverso un periodico controllo, da parte di Regione e Ats, sulle strutture pubbliche e private accreditate, per verificare: che non siano chiuse le agende, pratica vietata dell’attuale legislazione; la corretta gestione dei fondi nazionali e regionali destinati all’abbattimento delle liste d’attesa; l’assenza di qualunque pratica finalizzata a trasferire la richiesta del cittadino/a dal pubblico al privato; b) interruzione temporanea dell’intramoenia nelle strutture sanitarie che non rispettano i tempi di attesa relative alle classi di priorità indicate dai Medici di Medicina Generale; c) monitoraggio e controllo attività a pagamento delle strutture private (tempi di attesa).

Medici a gettone (non dipendenti): rispetto rigoroso della legislazione e delle delibere che prevedono la soppressione della pratica del medico a gettone sotto qualunque forma si realizzi. Stabilizzazione a tempo indeterminato del personale sanitario precario, assunzione di medici, infermieri e ostetriche, riconoscimento e valorizzazione, anche economica, a partire dal contratto nazionale, del lavoro di tutti gli operatori sanitari.

Residenze Sanitarie Assistenziali e anziani: miglioramento dell’insieme dei servizi per anziani: case popolari dignitose, assistenza domiciliare, servizi vicini a casa (negozi, ambulatori, attività culturali e sportive), piccole residenze comunitarie. Per le persone ospitate nelle RSA e nelle ASP prevedere che la copertura dei costi sanitari sia tutta a carico di Regione, sgravando le rette alle famiglie da qualunque costo sanitario (almeno 50% retta), così come prevedono le leggi sui Livelli di assistenza. Monitoraggio delle cure e della loro appropriatezza anche al fine di individuare eventuali pratiche coercitive. Istituzione da parte della Regione di un sistema di indicatori di qualità e pubblicazione periodica dei risultati.

Servizi Territoriali: diffusione e potenziamento dei servizi territoriali dotandoli di tutte le risorse, il personale e le professionalità necessarie alla qualità del loro lavoro, e in particolare: consultori pubblici e servizi dedicati alla tutela della salute sessuale e riproduttiva delle donne, servizi di salute mentale, servizi di medicina del lavoro per la riduzione delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro, servizi di prevenzione, sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente.

“Nei territori si sono costituiti i Comitati provinciali. Come Cgil sosteniamo con convinzione questa campagna, che incrocia temi che come categoria portiamo avanti da anni, da quando è partito l’assalto alla sanità pubblica nella nostra regione in favore degli appetiti del privato – afferma Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia -. Solo con l’arrivo del Covid-19 è diventato di dominio pubblico quanto la sanità pubblica sia stata indebolita e impoverita, a danno delle cittadine e dei cittadini ma anche delle lavoratrici e dai lavoratori del sistema, che da troppo tempo operano in condizioni di lavoro troppo pesanti e che stanno compromettendo la stessa tenuta dei servizi, visto l’esodo importante verso altre strutture o, da parte delle giovani generazioni, il timore a intraprendere percorsi professionali così duri. Ovviamente – chiarisce il sindacalista -, auspichiamo che il Tar risponda favorevolmente al ricorso che abbiamo presentato dopo che, lo scorso settembre, il Consiglio Regionale della Lombardia ha bloccato la proposta di Referendum sulla sanità lombarda che avevamo presentato come Comitato Promotore (ora ridenominato in ‘La Lombardia SiCura’ – ndr) e con il quale volevamo, e lo vogliamo ancora, abrogare aspetti delle riforme del welfare lombardo, abolendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e riportando nelle mani pubbliche delle Ats e Asst la funzione di programmazione e controllo dei servizi”.

“Ma intanto – aggiunge Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia – diffondiamo il più possibile questa petizione, facciamola vivere in tutti i posti di lavoro e tra le persone. Il diritto alla salute riguarda tutte e tutti”.