L’amministrazione comunale ha presentato il Piano triennale dei fabbisogni del personale 2024-2026. Le riflessioni e le rivendicazioni della Fp Cgil bresciana, con il segretario Diego Sinis e la coordinatrice Rsu Lara Scaroni
4 mar. 2024 – Dopo un lungo confronto sindacale, il Comune di Brescia ha presentato alla cittadinanza il piano triennale 2024-2026 dei fabbisogni del personale, fissando in 1.746 la quota delle risorse umane necessarie.
Questa la fotografia dell’ente, aggiornata a inizio 2024: 1.705 dipendenti, di cui 1.578 a tempo indeterminato. Salvo che a livello dirigenziale, dove le donne al lavoro sono meno degli uomini (rispettivamente 15 e 18), nel resto sono la maggioranza, sia tra le elevate qualificazioni, il 70,5% (55 sulle 78 ‘Eq’ complessive), sia nel comparto, il 69% (1178 lavoratrici a fronte di 527 lavoratori). Mentre l’età media è di 51,5 anni, contro i 55,5 registrati nel 2017.
“Il che significa che nell’ente è in corso un processo di ringiovanimento -, considera Diego Sinis, segretario Fp Cgil Brescia con delega agli enti locali -. Come sindacato ci siamo posti l’obiettivo di aumentare in modo rilevante le persone assunte in pianta stabile, dando priorità alle numerose criticità segnalate dalle lavoratrici e dai lavoratori nelle tante assemblee messe in campo nell’ultimo anno”.
Cioè? “In tutti i settori i carichi di lavoro e i livelli di stress sono eccessivi”, risponde Sinis, passando a un esempio specifico. “Le assistenti sociali sono state valorizzate sul piano economico dal contratto decentrato ma il loro numero non basta a rispondere appieno alla crescente emergenza sociale. Da qui la scelta di procedere a nuove assunzioni, prima con un bando di manifestazione di interesse, per coprire le attuali scoperture, poi con un concorso ad hoc, a garanzia sia dell’assunzione aggiuntiva di cinque assistenti sociali sia delle sostituzioni per le eventuali assenze prolungate. Con l’amministrazione, abbiamo inoltre condiviso l’idea di rafforzare l’ossatura dell’ente, le professionalità amministrative, che per molti anni sono state trascurate e anche in questo caso si prevedono assunzioni per coprire il turnover e aumentare l’organico – aggiunge il sindacalista -. Monitorando il programma occupazionale, attendiamo di sapere le tempistiche assunzionali degli autisti dei trasporti sociali e della Polizia locale – prosegue -. Inoltre, finalmente abbiamo un piano triennale per le progressioni verticali, al momento sono stimate in 193, ma ci poniamo l’obiettivo di incrementarle dopo un confronto sull’andamento dei primi bandi del 2024”, afferma Sinis.
Come rileva Lara Scaroni, coordinatrice Rsu del Comune e architetta di professione, “quella delle figure tecniche è una vera emergenza. Sono ormai introvabili, assorbite dal settore privato soprattutto per il superbonus 110%. Abbiamo dato loro attenzione con la contrattazione decentrata e rivedendo il regolamento degli incentivi per le funzioni tecniche, e sollecitando l’amministrazione sul tema della formazione specifica. Con l’immissione di nuovo personale attendiamo si mettano a terra lavori e manutenzioni da attuare nel prossimo triennio, progetti gravati dagli obiettivi del Pnrr, oltre che – dice la coordinatrice Rsu– venga affrontato la perdurante questione ambientale, su cui Brescia resta in vistosa difficoltà, visti anche i dati sull’inquinamento”.
Rispetto all’ambito educativo, Scaroni sottolinea “la necessità di dare continuità all’azione del settore 0/6 anni messa in campo dalle insegnanti della scuola dell’infanzia e dalle educatrici degli asili nido: concorsi e scorrimento della graduatoria sono le scelte concordate con l’amministrazione in tal senso, mentre il tavolo di confronto sulle attività estive è stato avviato per tempo, come da accordo del 2023. Su tutti i settori resta da verificare la reale ricaduta in termini di efficienza e benessere lavorativo della riorganizzazione operata dalla nuova amministrazione”, puntualizza.
Il Comune di Brescia attrae come posto di lavoro? “C’è ancora molto da fare in merito, il benessere organizzativo va declinato attraverso una più ampia conciliazione dei tempi di vita e lavoro, più flessibilità negli orari, smart working e più attenzione alla salute delle lavoratrici e dei lavoratori – replica il segretario della Fp Cgil Brescia -. Apprezziamo che fino al 2026 le priorità dell’amministrazione, per ciò che riguarda la formazione interna, saranno la spinta verso la digitalizzazione e la gestione integrata dei servizi, la riqualificazione e il potenziamento delle competenze tecniche, il consolidamento delle buone pratiche nelle procedure amministrative. Ma per fare sì che vi sia un netto miglioramento dell’attrattività del posto comunale serve intervenire, appunto, anche sul benessere organizzativo e sul welfare. Tema, quest’ultimo che, se più complesso, può rappresentare una vera svolta. Ora che anche il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, si è pronunciato definitivamente sull’annosa questione della definizione di welfare all’esterno delle risorse economiche del tetto stabilito per legge al fondo del salario accessorio, attendiamo dall’amministrazione comunale (che ha accantonato 470 mila euro in merito) il via libera all’istituzione della piattaforma welfare, che risponda alle esigenze del personale senza intaccare le risorse previste per il salario accessorio”.
La coordinatrice Rsu Scaroni fa sapere che “Nel frattempo, su nostro input, è stata avviata una ricognizione che verifichi le potenzialità espresse da tutte le società partecipate al fine di siglare convenzioni che offrano proposte significative per le lavoratrici e i lavoratori del Comune di Brescia”.