Milano, 13 marzo 2024 – Anche in Lombardia, come nel resto del Paese, la Fp Cgil non sarà presente, dopodomani, alla celebrazione per i 207 anni del Corpo di Polizia Penitenziaria.
“Non c’è proprio nulla da festeggiare, prendere parte all’iniziativa organizzata per questo anniversario sarebbe quantomeno autolesionista, viste le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo”, dichiara Calogero Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Lombardia Polizia Penitenziaria.
Tra aggressioni continue e turni pesanti, sia per la carenza di personale sia per le tante situazioni complesse da gestire, in carcere è sempre più dura stare. Dentro e fuori le sbarre.
Queste le segnalazioni del coordinatore regionale: “Il sovraffollamento detentivo è grave, la Lombardia è prima in Italia, con le 2mila persone ristrette che ha in più rispetto alla capienza regolamentare. E mancano politiche deflattive che abbattano l’alto tasso di sovraffollamento. Ad esempio, servirebbe un maggior ricorso alle misure alternative e, viceversa, un minor ricorso alla carcerazione preventiva. Ancora, servono maggiori investimenti per adeguare gli istituti penitenziari e quindi migliorare gli standard qualitativi e di vivibilità all’interno delle carceri. È una questione di dignità e vale anche per la popolazione detenuta che, come vuole la nostra Costituzione, va messa nelle condizioni di potersi riscattare e non di peggiorare”.
“Lavorare in sicurezza è un diritto, la salute e l’incolumità delle poliziotte e dei poliziotti penitenziari è invece messa quotidianamente a rischio, lo stress lavoro correlato è elevato, siamo in pochi e dobbiamo vigilare troppe persone, dobbiamo controllare che non esplodano risse, che non si facciano male, che non si tolgano la vita – aggiunge Lo Presti -. Le responsabilità vanno anche oltre le nostre competenze, in certi casi, vedi con le persone che hanno fragilità mentale o soffrono di dipendenze – sottolinea –. E così aumentano anche il nostro disagio e malessere. Per questo non tolleriamo più l’ipocrisia di essere definiti un Corpo quando, nei fatti, siamo dei servitori dello Stato in stato di abbandono”.
Da qui la decisione di evitare festeggiamenti.
“Le lavoratrici e i lavoratori si rispettano con interventi concreti per il loro benessere organizzativo e con l’adeguato riconoscimento e valorizzazione di un lavoro svolto con dedizione e lealtà al mandato istituzionale. Si rispettano tutelandoli nella loro integrità anche in modo preventivo, permettendo loro di lavorare in modo sicuro e nel numero adeguato, con le necessarie assunzioni – incalza Lo Presti -. La nostra assenza alla celebrazione del 15 marzo è dunque un messaggio preciso e netto di dissenso. Il sistema penitenziario va preso in carico seriamente. Come Fp Cgil lo rivendichiamo oggi e tutti i giorni, dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori”.