2 May 2024
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Servizi educativi all’infanzia / Il caso dell’aula precaria al Bruno Munari di Sondrio

La denuncia della Fp Cgil e della Flc Cgil territoriali. Mentre la categoria della Funzione Pubblica si prepara alla giornata di mobilitazione nazionale del 15 aprile

12 apr. 2024 – “I bambini, e i diritti, non si sfrattano”. Fp Cgil e Flc Sondrio, con le segretarie generali Michela Turcatti e Antonella Turcatti, paventano quanto accaduto nei giorni scorsi alla scuola dell’infanzia Bruno Munari, dove bambine e bambini si sono ritrovati per aula “un salone aperto e adiacente al corridoio, precedentemente adibito ad altre attività comuni. Uno spazio aperto, allestito frettolosamente con alcuni armadi a fare da divisori rispetto al corridoio. Rapidamente improvvisata, questa nuova collocazione ha generato il comprensibile sgomento dei genitori, che hanno assistito allo sfratto de facto dei propri figli, dalla loro precedente sezione, a quella che non può essere identificata come una soluzione”.

Le due sindacaliste rilevano “la poca cura mostrata in questa vicenda in termini di comunicazione alle famiglie e una insufficiente attenzione che invece dovrebbe essere sempre assicurata a tutti gli alunni, in particolare nella fascia educativa 0-6 e al personale che nelle strutture opera. Purtroppo ciò si inserisce, ci auguriamo involontariamente e solo in via temporanea per questo caso, in quello che invece è un continuo impoverimento dei servizi educativi pubblici: a livello lombardo, così come in provincia di Sondrio”.

Insomma, l’auspicio è che questa sezione sia “precaria” davvero – il paradosso si limita a questa circostanza – e presto si assicurino “diritti, certezze, spazi adeguati per la crescita e la socializzazione. Da parte nostra – insistono le due Turcatti – ribadiamo la preoccupazione rispetto all’ennesimo colpo al welfare provinciale, con probabili ripercussioni che potrebbero gravare sia sui bambini coinvolti che sulle lavoratrici e i lavoratori che si troveranno costretti a svolgere il loro prezioso lavoro educativo in spazi poco consoni”.

Per lunedì 15 aprile la Fp Cgil Nazionale ha indetto una giornata di mobilitazione in tutto il Paese per difendere e rafforzare i servizi pubblici educativi all’infanzia, quindi proprio la fascia 0-6 anni, nidi inclusi, e lo scorso 8 aprile la categoria regionale ha convocato l’attivo regionale delle delegate e dei delegati per fare il punto sulle diverse criticità del settore.

Alla mobilitazione nazionale, naturalmente, partecipiamo anche come Fp Cgil Sondrio. Da oggi e fino a lunedì 15 resterà appeso, su una facciata della nostra Camera del Lavoro, uno striscione che ricorda tutto il nostro impegno contro l’esternalizzazione degli asili nido ed in particolare di quello sondriese che abbiamo estenuamene difesospiegano Michela Turcatti e Leonardo Puleri, anch’egli nella segreteria Fp.

Intendete il nido ‘La Coccinella’?

Sì. Nel 2021 avevamo lanciato, a ragione, l’allarme: il nido, ceduto a terzi per carenza di personale educativo, difficilmente sarebbe tornato a essere pienamente comunale invece che mera gestione amministrativa senza nuove assunzioni incardinate nell’ente con il contratto delle Funzioni Locali, garantendo così un rinforzo occupazionale e limitando il turnover – rispondono –. Sta succedendo proprio il contrario. Non si sono più registrate assunzioni di questa fondamentale figura educativa da parte del Comune di Sondrio, che si limita a garantire l’erogazione di servizi amministrativi demandando il reclutamento di nuovo personale al nuovo soggetto gestore. Ribadiamo che solo la natura squisitamente pubblica può garantire la continuità educativa e un diritto educativo accessibile a tutti i più piccoli, coniugando la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori a un contratto con uguali tutele e uguali retribuzioni – evidenziano Turcatti e Puleri -. Ovviamente – aggiungono – la nostra lotta andrà avanti. Facciamo e faremo la nostra parte e rivendichiamo uno stesso impegno e responsabilità da parte dell’amministrazione comunale e della politica tutta, a tutti livelli, a maggior ragione quelli nazionale e regionale. Bisogna cambiare verso, basta con l’arretramento del perimetro pubblico che, questo sì, deve essere uno spazio davvero aperto e inclusivo, a garanzia dei diritti di cittadinanza e del lavoro”.

Comunicato stampa