Come ha detto bene Lara Ghiglione, segretaria nazionale della Cgil, all’assemblea nazionale delle donne Cgil ‘Belle Ciao 2024’, oggi le donne sono chiamate a un nuovo protagonismo, ‘cucite’ a quel filo che le lega alle loro nonne e alle loro figlie, a quel filo che lega il presente al passato e al futuro.
Una lotta senza tempo, anche oggi, di fronte a un governo “che anziché migliorare le condizioni di donne e lavoratrici” interviene “sulla nostra vita e sul nostro corpo”.
La lotta continua per affermare diritti, alla ricerca del buon lavoro, stabile e dignitoso.
“Essere donna è una meraviglia, condizione che riguarda chi lo è e chi si sente tale”.
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“Una lotta senza tempo” è lo slogan scelto per l’assemblea, svoltasi al Teatro Cartiere Carrara di Firenze e conclusa dal segretario generale Maurizio Landini, intervistato da Azzurra Giorgi, giornalista di Repubblica.
Ghiglione ha parlato di “difendere diritti acquisiti e conquistarne di nuovi: il percorso verso la piena emancipazione e libertà delle donne è tutt’altro che compiuto. Con il dl Pnrr stiamo assistendo all’ennesimo attacco del Governo alle donne, per questo domani, alle 17, saremo in presidio davanti al Senato in occasione dell’esame“.
Il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, già ostacolato nel Paese, è sempre più aggredito, perciò “occorre un’adeguata presenza di medici non obiettori negli ospedali e nei consultori, e vogliamo le associazioni antiabortiste fuori da queste strutture“.
Rispetto al diritto di esercitare la libertà femminile anche attraverso un lavoro “stabile, tutelato ed equamente retribuito” (anche il recente studio “Donne: parità e libertà”, realizzato dall’Osservatorio Futura e presentato nel corso dell’assise, ha mostrato, una volta di più, i divari e le discriminazioni subite dalle donne), la segretaria confederale ha messo al centro i quattro referendum della Cgil che vogliono “contrastare la precarietà e conferire maggiore dignità e sicurezza al lavoro”.
E poi c’è la Piattaforma per la contrattazione di genere “Belle Ciao”, con le buone pratiche, le politiche di pari opportunità, le proposte della Cgil che vengono costantemente aggiornate. “Sono necessari investimenti e una quota percentuale di posti di lavoro deve essere destinata alle donne, almeno sin quando i circa 18 punti percentuali di divario tra occupazione maschile e femminile non saranno risolti – sostiene Ghiglione -. Affinché la maternità non sia più motivo di una feroce discriminazione lavorativa delle donne, vogliamo un serio investimento nei servizi pubblici, a partire dagli asili nido, e il congedo di paternità deve essere paritario. Crediamo che solo in questo modo si possa favorire la crescita economica e demografica e non con la retorica dei bonus. Con la nostra piattaforma – evidenzia – vogliamo raggiungere la piena emancipazione delle donne del nostro Paese”.
Tra le altre questioni, resta sempre quella della violenza sulle donne. “Per il contrasto alle violenze e alle molestie va promossa la cultura del rispetto nei luoghi di lavoro e nelle scuole”.
Il dibattito si è svolto su tre panel, animato da sindacaliste delle categorie Cgil e ognuno con una delle tre segretarie nazionali della Confederazione: nel primo, ‘Conquiste fatte e da fare per prevenire e contrastare molestie e violenze’, è intervenuta Francesca Re David; nel secondo, ‘Conquiste fatte e da fare per salute, autodeterminazione e cultura paritaria’, Daniela Barbaresi; nel terzo, ‘Conquiste fatte e da fare sul lavoro’, Lara Ghiglione.
Il segretario generale Landini ha esordito con “il problema culturale non risolto che riguarda in particolare gli uomini” e quindi la “regressione culturale“: c’è una cultura del possesso che fa sentire l’uomo “proprietario di un’altra persona”, e una cultura del controllo in cui si sta esercitando anche questo governo di destra che “vuole mettere sotto controllo anche il corpo delle donne e la libertà delle donne. Questo significa mettere in discussione la libertà del Paese, la democrazia“. È con voce incrinata che aggiunge: “la lotta che le donne hanno fatto ha coinciso con una crescita della democrazia e con un miglioramento della vita di tutti, non è mai stata semplicemente una cosa che ha riguardato la loro condizione. La lotta delle donne è l’atto più rivoluzionario”.