26 Dec 2024
HomePubblicazione25 Aprile / Viva la Repubblica antifascista!

25 Aprile / Viva la Repubblica antifascista!

banner 25aprile 2024 Anpi

Vanoli (Fp Cgil Lombardia): “Il 25 aprile è stato l’alba di una nuova storia, a noi il compito e il dovere di conservarne i valori, anche come lavoratrici e lavoratori pubblici”

Manifesto Anpi 25 Aprile 2024

23 apr. 2024 – Celebrare il 25 aprile ha un significato profondo, perché vuol dire difendere le basi della nostra vita civile e politica. Il 25 aprile 1945 l’Italia fu liberata dal nazifascismo grazie all’apporto delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno lottato come partigiane e partigiani e come contadini, operai, impiegati e tecnici. A Milano anche i tranvieri hanno paralizzato la città dal 2 al 4 marzo, opponendosi con scioperi imponenti e partecipati nonostante il terrore fascista e la repressione.

Da quella data, e prima negli scioperi del 1944 che hanno comportato la deportazione di centinaia di lavoratori nei campi di concentramento, la CGIL è sempre stata presente nella difesa dei valori antifascisti, lo stesso padre fondatore Giuseppe Di Vittorio diceva che “L’insurrezione vittoriosa di tutto il popolo dell’Italia del Nord, il 25 aprile realizzò la premessa essenziale della rinascita e del rinnovamento democratico e progressivo dell’Italia”. Anche Luciano Lama, segretario dal 1970 al 1986, sosteneva che “abbiamo lottato allora per la giustizia e la democrazia, per cambiare l’Italia, per renderla libera”.

La stella polare del 25 aprile, della nostra democrazia, è la Costituzione, nata dalla Resistenza. Mai come oggi dal dopoguerra si presenta in Europa un fronte di forze politiche che operano con obiettivi, ideali, pratiche politiche profondamente anti democratiche. In Italia l’attacco alla Costituzione e ai suoi valori fondanti è evidente, esplicitato in vari modi a partire dalla negazione dell’antifascismo: la destra al governo ha giurato sulla Costituzione, il cui valore fondante è l’antifascismo e non si dichiara antifascista, mostrando quanto conti l’opportunismo di poltrona che favorisce ambiguità e sotterfugi.

Il 25 aprile non è una data pacifica, anche se chiede con forza pace e unità, negli ultimi decenni la discussione è stata anche sul considerare i morti “tutti uguali” così come chiedeva il Cardinale Montini futuro papa, fino alle parole del presidente Saragat che riconosce esplicitamente nella Resistenza la matrice dello stato repubblicano, e poi Craxi che crea un parallelo fra Risorgimento e Resistenza, e l’attacco revisionista nel 1994 del governo Berlusconi, ossessionato dalla presenza comunista.

Ma che valore ha oggi il 25 aprile? Come può attualizzarsi il messaggio di unità, uguaglianza, fiducia custodito nella Costituzione, quando, spegnendosi le voci dei testimoni, sembra perdersi la sua forza emotiva e la nostra comune identità? Il 25 aprile è ancora fondamentale per la nostra memoria storica, quella che ci fa ricordare che la democrazia la dobbiamo a chi si è sacrificato?

Abbiamo posto queste domande a Manuela Vanoli, segretaria generale FP CGIL Lombardia, che rappresenta per il nostro sindacato, la Funzione Pubblica, quella parte del mondo del lavoro che più di ogni altra garantisce, fedele al mandato costituzionale, parità di diritti a tutte le cittadine e i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3 Cost.).

Credo che il 25 aprile non abbia perso né la sua forza emotiva né l’impatto sul mondo del lavoro. Proprio la Costituzione ci riconosce all’art. 1 l’essenza di elemento fondante della democrazia e della Repubblica perché parla del lavoro come primo elemento, ma il lavoro deve essere dignitoso e assicurare un’esistenza libera, come dice l’art. 36 della Carta, non essere sfruttamento, e in questo si coglie l’attualità concreta del messaggio costituzionale. Elementi come parità fra uomo e donna, lavoratori e non, dell’art.37, il diritto individuale affiancato all’interesse della comunità dell’art.32 e ancora la libertà di credo religioso, di manifestazione del pensiero, il ripudio della guerra, sono problemi dell’oggi, vivi come se fossero stati appena scritti, e noi, lavoratrici e lavoratori della funzione pubblica, siamo chiamati a garantirli, sia pure in tempi storici difficili, di revisionismo e conflitti. Proprio per questo, come Cgil, ci rifacciamo alla nostra Funzione Partigiana“.

Un parere sulle polemiche di questi ultimi giorni?

La valenza del 25 aprile è unificante, non di divisione. Chi lotta per la libertà, che è stato elemento base della lotta partigiana e sostegno di ogni democrazia, è parte della democrazia, così come chi difende la pace, chi si sente oppresso, chi chiede di rompere il muro, di dialogare. La Costituzione è stata creata per tutti gli italiani, anche per chi purtroppo non la rispetta. Questo non è buonismo, è il portato del 25 aprile e della Carta Costituzionale: ovunque e per chiunque negli articoli si trova una risposta inequivoca e universale”.

Se il messaggio del 25 aprile è così chiaro, perché un governo dovrebbe modificare dei valori così alti e condivisibili?

Credo che l’attacco alla Costituzione da parte di questo governo sia visibile a tutti attraverso l’uso di slogan xenofobi come ‘prima gli italiani’, la modifica del criterio di proporzionalità del sistema tributario sancita dall’art. 53, il progressivo aumento dei finanziamenti alle scuole private, contrariamente a quanto detta l’art. 33 e anche nel disprezzo totale per l’art.54 che chiede a tutti i cittadini, riferendosi evidentemente anche ai politici, il dovere di adempiere con disciplina ed onore alle funzioni pubbliche. La Costituzione è scomoda ma è anche fortunatamente difficile da cambiare per il meccanismo previsto dagli estensori, la sua attualità è innegabile e va difesa, rispecchia ogni aspetto del vivere civile e democratico e se ne abbiamo cura garantiamo noi e le generazioni future”.

Quindi, sembra chiaro che il 25 aprile sia una data dirimente sotto tutti i profili, ancora vitale, che nei luoghi di lavoro responsabilizza e richiama tutte e tutti alla primogenitura della democrazia repubblicana.

Oggi il 25 aprile assume le caratteristiche di un momento di opposizione a questa destra che nega di essere antifascista, e non è accettabile nessuna equidistanza o equiparazione alle loro posizioni. Insisto: è come contraddire apertamente il patto costituzionale. Il 25 aprile è stato l’alba di una nuova storia, a noi il compito e il dovere di conservarne i valori, anche come lavoratrici e lavoratori pubblici, e la fine dell’‘era del testimone’ non deve spaventarci, bisogna continuare a raccontare con linguaggi nuovi alle nuove generazioni, consentire al passato di diventare presente, anche in una dimensione emotiva. Non possiamo perdere l’eredità morale e politica del 25 aprile: unità, pace e uguaglianza sono gli strumenti e il lavoro, così come previsto dall’art. 1, la base del nostro vivere civile”.

Ci prepariamo dunque ai festeggiamenti per la libertà che le partigiane e i partigiani, le lavoratrici e i lavoratori, le cittadine e i cittadini ci hanno donato quel 25 aprile 1945 che, per la nostra parte, sentiamo così vicino!

(Barbara Campagna)

***

Vedi anche [in aggiornamento]

– Le iniziative per il 25 Aprile (sito Anpi.it) >>

– 25 Aprile: ‘La Via Maestra’ alla manifestazione antifascista di Milano >>

La mostra online sugli scioperi del ’44, realizzata da Cgil Lombardia e Archivio del Lavoro, “1944: l’anno della svolta”>>

Maurizio Landini: 25 aprile, liberiamo il lavoro. Parte con la Festa della Liberazione, la raccolta delle firme per i quattro referendum popolari promossi dalla Cgil: ‘Per il lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro ci metto la firma’ >>  | Il video appello del segretario generale CGIL >>  | Campagna referendaria >> | Dove firmare il 25 Aprile >>

 

***