Venerdì 3 maggio è stato dedicato dalla categoria sindacale alle lavoratrici e lavoratori dell’Ospedale Maggiore cremasco. Sono state raccolte le firme per la petizione “La Lombardia Sicura” e per i quattro quesiti referendari sul lavoro della Cgil. E, nel pomeriggio, un’assemblea sulle diverse problematiche e vertenze in corso, come raccontano Luca Dall’Asta, segretario generale della Fp Cgil cremonese, e Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia
3 mag. 2024 – Una giornata intera in Asst Crema. La Funzione Pubblica Cgil Cremona questa mattina all’Ospedale Maggiore ha raccolto firme a tutto spiano. Sia per la petizione “La Lombardia Sicura”, che vuole mettere al centro il diritto alla salute delle persone facendo cambiare passo alla sanità regionale (con l’istituzione di un Centro unico di prenotazione per le strutture pubbliche e private, l’abbattimento delle liste d’attesa, lo stop ai medici gettonisti, il miglioramento dei servizi per anziani, a partire dalle Rsa, e il potenziamento capillare della sanità territoriale).
Sia per i quattro quesiti referendari con cui la Cgil vuole riportare al centro del Paese il lavoro come elemento fondativo nella vita delle persone. “Il lavoro è un diritto costituzionale e dunque va tutelato. E vogliamo anche che sia dignitoso, dunque retribuito in modo adeguato, stabile invece che precario e così non libero, sicuro perché non si può morire o ammalarsi lavorando”, sostiene Luca Dall’Asta, segretario generale della Fp Cgil cremonese.
Oltre al banchetto per la raccolta firme, cosa avete fatto?
“Nel pomeriggio, un’assemblea con le lavoratrici e i lavoratori – risponde il sindacalista –. Intanto, abbiamo comunicato che ogni giovedì pomeriggio in ospedale come Fp Cgil e insieme allo Spi, il sindacato pensionati, terremo aperto uno sportello come presidio di prossimità per le lavoratrici e i lavoratori, per ascoltare i loro problemi e trovare delle soluzioni. Poi abbiamo affrontato questioni legate ai loro diritti. Vedi le indennità da riconoscere durante le ferie. In merito stiamo mandando lettere di diffida perché il contratto nazionale della sanità pubblica prevede appunto, anche per le giornate di ferie, già godute e da fruire, il pagamento delle voci retributive variabili, oltre che quelle fisse – specifica Dall’Asta -. Un altro tema affrontato oggi riguarda il diritto alla mensa. A Crema non c’è una mensa aziendale e mentre per il personale amministrativo, che fa l’orario spezzato, c’è una convenzione con locali attorno all’ospedale, per il personale turnista, che lavora anche a ciclo continuo, mangiare fuori è più difficoltoso, a maggior ragione senza ticket sostitutivo. Abbiamo anche discusso dell’azione di recupero indebito esperita da Asst Crema rispetto ai progetti 2016-2018 legati alla legge di riforma della sanità lombarda 23/2015 – aggiunge il segretario -. Noi siamo decisamente contrari. Le lavoratrici e i lavoratori non devono restituire nulla. La responsabilità è in capo alla dirigenza di allora ed è a questa che va chiesto di pagare”.
All’intensa giornata cremasca ha partecipato anche il segretario Fp Cgil Lombardia Lello Tramparulo, che prima ha firmato per i referendum Cgil e poi è intervenuto nel corso dell’assemblea.
Di cosa hai parlato?
“Dell’avvio delle trattative per rinnovare il contratto nazionale della sanità pubblica, un rinnovo già in salita visto che non ci sono risorse economiche sufficienti e a noi il 5% di incremento non basta di certo. Poi mi sono focalizzato su due partite di livello regionale, le Rar e le prestazioni aggiuntive. In merito alle prime, vogliamo arrivare con Regione a un accordo per il 2024 il più velocemente possibile, mantenendo le somme erogate negli scorsi anni. Questo significa che, essendoci ora più personale, gli stanziamenti vanno aumentati per garantire a tutte le lavoratrici e i lavoratori almeno la stessa quota di risorse aggiuntive regionali”, replica Tramparulo.
Invece per le seconde?
“Vogliamo arrivare a delle linee guida regionali per le prestazioni aggiuntive. Quindi a un accordo regionale quadro che stabilisca un’unica tariffa per tutte le aziende. Bisogna ridurre se non eliminare le liste d’attesa e queste prestazioni, viste le carenze di personale che comunque persistono nonostante le assunzioni, servono per garantire il diritto alla cura delle cittadine e dei cittadini”.