3 Jul 2024
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Asst Lecco / Servizi verso “un punto di non ritorno”

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Intervista a Teresa Elmo, segretaria generale Fp Cgil Lecco

20 mag. 2024 – “Su alcune criticità la ASST Lecco potrebbe esercitare delle leve, ad altre però dovrà dare risposta, avviando con tutti i soggetti interessati un tavolo permanente, Regione Lombardia. O addirittura chi sta sopra, perché comunque la situazione ormai è sfuggita di mano. Nel momento in cui si fermano i servizi il segnale è chiaro, rischiamo di essere ad un punto di non ritorno”. Teresa Elmo, segretaria generale della Fp Cgil Lecco, fa il punto, in questa intervista delle diverse problematiche da risolvere all’azienda socio sanitaria territoriale.

Partiamo dalle emergenze?

“Come dicevo, punto cardine è la situazione correlata ai servizi che man mano stanno venendo meno: quindi la chiusura definitiva del reparto di psichiatria di Merate; la precarietà operativa di quello di Lecco che resta aperto ma con meno posti letto (da 12 si è scesi a 8) e un numero di psichiatri al di sotto della copertura dei turni, per cui anche chi lavora all’interno dei centri psico sociali deve rendersi disponibile, quando gli stessi Cps sono in stato di sofferenza. La carenza di professionalità è tale che, ad esempio, mancando la reperibilità notturna di psichiatri nel Spdc (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura – ndr), l’urgenza di una persona sottoposta a Tso, il trattamento sanitario obbligatorio, verrebbe dirottata su Vimercate o su Monza attraverso una pronta disponibilità infermieristica per trasportarla – risponde Elmo -. È una criticità enorme quella del Dipartimento di Salute Mentale, totalmente depotenziato a seguito della fuoriuscita di 11 medici psichiatri. Ed è quella che, in questo momento, con un fabbisogno crescente di salute mentale, ci preoccupa di più. Insieme alla chiusura definitiva, sempre all’ospedale di Merate, del punto nascite – aggiunge -. La sua sorte era ormai tracciata, non rispettando la norma nazionale, cui Regione si è adeguata, dei 500 parti annuali minimi”.

Passiamo al resto.

“Da poco la Rsu, con piena condivisione dell’organizzazione sindacale che rappresento, ha inviato alla direzione delle professioni socio sanitarie e alla direzione strategica dell’Asst Lecco una nota che riepiloga temi da affrontare quanto prima al tavolo negoziale – risponde la segretaria generale -. Ad esempio, per consentire al personale la fruizione delle ferie estive, si è dovuto sacrificare necessariamente una parte dei servizi riducendo i posti letto in tutti i reparti (140 posti complessivi verranno meno all’interno dei reparti di Medicina, Neuroscienze, Riabilitazione, Cardiologia e Ospedale di Comunità di Bellano con riduzione dell’attività dei blocchi operatori sia sul presidio ospedaliero di Lecco sia su quello di Merate). Va precisato che le lavoratrici e i lavoratori, in affanno per la carenza di organici, hanno un numero ingente di ferie accantonate tra 2022 e 2023, pari a 53.894 ore complessive (21 ore di media per 2597 dipendenti). Il monte ore accantonato è abnorme e Asst lo deve gestire”.

Quali figure professionali hanno bisogno di rinforzi?

“La carenza di personale, diventata ormai strutturale, è trasversale. Con picchi tra gli analisti, gli assistenti tecnici, le operatrici e operatori delle professioni sanitarie, gli Oss, il personale ausiliario speciale, le professioni sanitarie ostetriche e infermieristiche, i tecnici sanitari”.

È un lavoro che non piace più?

“Se si saltano ferie e riposi, se le condizioni di lavoro peggiorano ogni giorno di più, alla stanchezza si aggiungono frustrazione e demotivazione. E si va via, cercando altre strade. Oppure proprio non si arriva qui. La Asst ha dunque bisogno di tornare attrattiva. Alla ricerca di soluzioni, stiamo cercando di aprire un tavolo che vada a individuare un welfare aziendale concreto ed efficace, in grado di dare risposte alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Per cui stiamo ragionando, ad esempio, sulle richieste di part-time temporaneo per chi ha figli in età prescolare e vogliamo avere il dettaglio di quelli chiesti negli ultimi tre anni, oltre quello dei part-time definitivi. Stiamo ragionando – prosegue Elmo – su quanti hanno situazioni particolarmente delicate da gestire nel contesto lavorativo. Un altro punto sono le politiche dell’abitare: mettere a disposizione alloggi a costi contenuti potrebbe essere un incentivo a venire a lavorare a Lecco e rimanerci. Come anche incrementare il contributo economico per iscrivere i propri bambini agli asili nido. Utile sarebbe pure, nell’ottica della conciliazione vita-lavoro, strutturare una matrice turni di almeno tre mesi. La Rsu la chiede proprio per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori una pianificazione anticipata dei propri impegni”.

Altre questioni?

“L’organizzazione del lavoro, ovviamente, è un tema centrale, insieme alle nuove assunzioni, per migliorare le condizioni di lavoro e tendere al benessere organizzativo. Qui i nodi sono diversi, dalla fruizione della pausa mensa e del buono pasto all’ampliamento dei parcheggi per i dipendenti. Ma c’è anche il tema dei tempi di vestizione, cambiati in modo unilaterale, con un regolamento provvisorio, dalla Asst senza informarne adeguatamente le lavoratrici e i lavoratori interessati. Tra i dati che le parti sindacali hanno chiesto di avere rendiconto c’è il numero di turni di pronte disponibilità dei singoli dipartimenti negli ultimi sei mesi, visto che ne va contenuto l’uso alle situazioni di emergenza. Anche per questo servono, nel più breve tempo possibile, nuovi concorsi. Basti guardare all’ospedale di Merate dove si sono dimessi diversi tecnici di radiologia, con ripercussioni sul pronto soccorso e il personale rimasto – racconta Elmo -. Tra le altre criticità cito, ancora, la gestione dei fondi contrattuali. Abbiamo chiesto alla Asst un intervento che possa dare giusti riconoscimenti alle lavoratrici e ai lavoratori che, al momento, non sono particolarmente incentivati dai risultati della contrattazione di secondo livello”.

Lo scenario generale non si presenta facile.

“Purtroppo la salute da diritto costituzionale sta diventando un lusso. Anche per chi lavora nella sanità pubblica che, impoverita negli anni, mette a dura prova la tenuta psicofisica delle operatrici e operatori. Se si saltano ferie, se si è costretti a prolungare il proprio orario di lavoro per garantire la continuità dei servizi, sopperendo alla carenza di personale con un aggravio dei carichi che ostacola la gestione della quotidianità extra lavorativa, prima o poi si cede o si esplode. C’è tanto da sistemare alla Asst Lecco e ognuno, nel proprio ruolo, deve impegnarsi a farlo. Come Fp Cgil portiamo avanti da tempo, ad esempio, la rivendicazione di un piano straordinario di assunzioni. Per quanto riguarda poi, specificamente, il dare una svolta alla sanità lombarda e dunque anche a quella lecchese, facciamo parte del Comitato ‘La Lombardia SiCura’, promotore della raccolta firme, che si concluderà il prossimo 10 giugno, per una petizione su cinque punti in materia di sanità pubblica e universale: un Centro Unico di Prenotazione che possa gestire le agende di tutte le strutture contrattualizzate, pubbliche e private; l’abbattimento delle liste d’attesa, attraverso un periodico controllo da parte della Regione e delle Ats; lo stop all’utilizzo dei medici a gettone e, quindi, la stabilizzazione e l’assunzione del personale sanitario; miglioramenti e copertura dei costi sanitari da parte del servizio sanitario regionale delle Rsa e i servizi per le persone anziane; il potenziamento dei servizi territoriali, considerati riferimenti indispensabili per la salute delle persone. A partire – per tornare all’inizio di questa intervista, specifica Elmo – dalla salute mentale”.