Ferraccio (Fp Cgil Lombardia): “Uno sciopero di denuncia e per i diritti”
24 mag. 2024 – Per la seconda volta in sei mesi, le lavoratrici e i lavoratori della Commissione nazionale per il diritto d’asilo e delle Commissioni e Sezioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale oggi hanno scioperato, sbandierandolo anche con un presidio a Roma in piazza SS. Apostoli, partecipato da varie delegazioni sindacali da tutta Italia e con una presenza importante dalla Lombardia.
Dopo lo sciopero, tutto Fp Cgil, del 17 novembre scorso, le rivendicazioni del sindacato del quadrato rosso restano le stesse: più assunzioni (con lo specifico profilo e la formazione che servono a un compito così delicato, dovendo farsi carico di persone che chiedono protezione umanitaria e asilo e con storie di sofferenze addosso), migliori condizioni di lavoro (auspicando il benessere organizzativo), rispetto e valorizzazione della professionalità – a partire dall’inquadramento nella nuova Area delle elevate professionalità previste dal contratto nazionale delle Funzioni Centrali -, potenziamento e rilancio dell’interpretariato, supporto psicologico per i funzionari istruttori.
“Per le carenze di personale, sia istruttore che amministrativo, l’arretrato relativo alle domande di protezione internazionale sta crescendo in modo consistente e questo sulle spalle sia delle lavoratrici e dei lavoratori sia delle donne e uomini che, fuggendo da altri paesi, restano in un angosciante limbo, nell’attesa di sapere se la loro richiesta sarà accolta – spiega Andrea Ferraccio, coordinatore Fp Cgil Lombardia -. Questo governo sta peraltro tarlando sul piano normativo, vedi con il decreto Cutro, il sistema d’asilo per cui da un lato, con un’impronta securitaria, rende più difficili le possibilità di accogliere le persone migranti, dall’altro sta dequalificando il personale dedicato a questo”.
In che senso?
“Questo tipo di lavoro non è per tutti, ci vogliono professionalità ad hoc. Agire in senso contrario, invece, significa sminuire le attività delle Commissioni e Sezioni, a cui, in più viene chiesto di accelerare i tempi delle interviste dei richiedenti asilo. Ma non per fare prima ad accogliere le loro domande ma per, anche qui, con meno tempo a disposizione e quindi con meno elementi e dati sulla realtà di queste persone, poterle respingerle con più facilità. Questo è grave sul piano dei diritti umani e sul piano della civiltà del Paese e anche, francamente, molto triste”, risponde Ferraccio.
Lo sciopero come è andato?
“La Lombardia ha visto una elevatissima partecipazione, con quasi l’80% delle lavoratrici e lavoratori che ha aderito alla mobilitazione. Questa è una denuncia ed è nel segno dei diritti, tiene insieme i diritti umani e i diritti del lavoro. Importante il ruolo del servizio pubblico nel garantirli e ciò la dice lunga anche sul peso che questo governo dà a una funzione dello Stato”, commenta Ferraccio.
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