Molisse (Fp Cgil): “L’amministrazione è venuta meno all’accordo siglato nel luglio 2023 sul ticket elettronico cumulabile. Il pasto è un diritto. Basta con le parole al vento, vogliamo fatti veri”
4 giu. 2024 – “Ieri, in Prefettura, abbiamo fatto ripartire lo stato di agitazione sospeso nel luglio 2023, visto che le promesse dell’Amministrazione non si sono concretizzate”. Così Giovanni Molisse, segretario Fp Cgil Milano, raccontando del fallito tentativo di conciliazione con il Comune di Milano rispetto ai buoni pasto.
Riassumi la questione?
“Il 19 luglio scorso l’Amministrazione ci aveva assicurato che a un anno dall’appalto avrebbe dato ai dipendenti il ticket elettronico cumulabile, cioè quello che si può spendere anche all’interno dei supermercati. L’appalto doveva scadere a novembre 2023 ma poi abbiamo avuto l’amara sorpresa di venire a sapere che ci sono state delle proroghe e l’appalto nuovo è partito il primo maggio di quest’anno. Quindi il ticket cumulabile è slittato, lo vedremo l’estate dell’anno prossimo non questo novembre – risponde il sindacalista -. A questo primo motivo del malcontento si è aggiunto il fatto che, sempre nell’accordo del luglio 2023, il Comune di Milano aveva previsto che per il pasto completo le lavoratrici e i lavoratori avrebbero dovuto aggiungere ai 7 euro del buono fino a un massimo di 3,50 euro e invece non ci sono cifre intermedie, l’integrazione è di 3,50 euro, mentre i 2 euro da integrare per il pasto leggero sono rimasti tali – precisa -. E ci sono pure altre delusioni”.
Quali?
“Un tempo avevamo le mense comunali, ora non ci sono più. Ma l’amministrazione, ad esempio, si era impegnata ad aprire un bar in via Durando, dove c’è una sede comunale in cui lavorano circa 700 dipendenti. Questo bar non è stato né aperto né è stato avviato uno studio di fattibilità per aprirlo, a distanza di quasi un anno – afferma Molisse -. Un altro esempio di promesse mancate è la riapertura dei refettori in alcuni cimiteri cittadini, visto che per chi lavora lì il posto più vicino per andare a pranzare è oltre un chilometro e mezzo”.
Un’amministrazione dalle gambe corte?
“Di certo ha disatteso l’accordo sindacale firmato a luglio 2023. Poi, e qui torniamo ai giorni nostri, il Comune, con la gara partita il primo maggio, ha fatto una convenzione con 1259 locali per un ticket elettronico da spendere in giornata, altrimenti lo perdi. Il problema che persi sono molti dei 1259 locali pubblicati nella intranet, vuoi perché risultano chiusi, vuoi perché gli esercenti hanno negato di essere nella convenzione e quindi ci sono stati messi a loro insaputa, vuoi perché in tanti, a distanza di un mese non hanno ancora il POS apposito per poter far mangiare le lavoratrici e i lavoratori con il badge. Oltre a quei locali che non applicano i prezzi della convenzione in quanto non gli è stato fornito il menù abbinato al prezzo corretto da applicare”.
Insomma, una situazione imbarazzante.
“Il pasto è un diritto delle lavoratrici e lavoratori. Tra loro, ci sono anche persone che hanno problemi alimentari, ad esempio i celiaci, e per loro ci sono pochissimi locali a disposizione, alla faccia degli oltre 100 segnalati nell’elenco diffuso e che, alla verifica dei fatti, si è rivelato non corretto con locali per celiaci risultati fittizi – commenta Molisse -. Noi pensavamo che il Comune avrebbe fatto prima i controlli rispetto al gestore che ha vinto la gara e rispetto ai locali elencati. È in Prefettura, ieri, 3 giugno, che abbiamo scoperto che c’è tutta una serie di… faremo i controlli, daremo le penali, vedremo di organizzarci, vi faremo sapere. Per noi è chiaro un punto: a più di un mese da quando è partita la nuova convenzione noi non ci fidiamo più e quindi torniamo ad aprire lo stato di agitazione – incalza il segretario della Fp Cgil Milano -. Se non hanno rispettato l’accordo del luglio 2023 firmato davanti al Prefetto, figuriamoci se ci possiamo fidare di sole parole, di… faremo, vedremo, diremo! Basta con le parole al vento, vogliamo fatti veri”.