27 Sep 2024
HomeIn evidenzaDifesa / Personale civile in cerca di riconoscimento

Difesa / Personale civile in cerca di riconoscimento

striscione fp cgil mi

Dall’assemblea organizzata dalla Fp Cgil Milano e le Rsu, le istanze per migliorare condizioni e sedi di lavoro

26 sett. 2024 – Martedì 24 settembre, la Fp Cgil Milano, con Andrea Ferraccio, ha organizzato un’assemblea con le lavoratrici e i lavoratori a inquadramento civile di alcuni enti del Ministero della Difesa. Insieme alle Rsu, si è discusso delle problematiche del loro lavoro all’interno delle strutture militari e così delle sfide legate alle condizioni e all’organizzazione del personale.

Nello specifico, gli enti coinvolti sono tre.

Il primo è il Comando Aeroporto Quartier Generale della 1^ Regione Aerea (sedi in piazza Novelli e a Linate) che, come spiegano i delegati e la delegata Rsu della Fp Cgil, “in quanto aeroporto militare, supporta tutti i voli istituzionali che transitano sul sedime di Milano e dove il personale, sia civile che militare, tra i compiti d’istituto svolge le manutenzioni delle infrastrutture aeroportuali”.
Gli altri due, nel sedime aeroportuale di Linate, sono il Comando 1° Reparto Tecnico Comunicazioni e l’Istituto di Medicina Aerospaziale di Milano, che svolge funzioni medico-legali “per la verifica delle condizioni psico-fisiche dei piloti e del personale aeronavigante civile e militare di tutte e quattro le Forze Armate. L’Istituto si occupa anche delle prove selettive concorsuali per l’ingresso nell’Aeronautica Militare” raccontano le Rsu.

Quali sono le criticità comuni alle diverse sedi?

Secondo le Rsu del quadrato rosso, la prima è data, “dalla promiscuità di personale con due trattamenti giuridici ed economici differenti. La mission è comune e, in alcuni casi, ci sono anche comuni mansioni, ed è difficile spiegare alle lavoratrici e ai lavoratori a inquadramento civile le disparità contrattuali”.
Un altro aspetto di rilievo riguarda l’ubicazione delle strutture militari che “l’attuale modello di difesa ha progressivamente spostato dai centri cittadini alle periferie. Il pendolarismo causa stress aggiuntivo a quello dovuto agli elevati carichi di lavoro”.
C’è poi la singolare situazione per cui “il personale civile può svolgere tutti i compiti di carattere amministrativo, soprattutto quelli che non prevedono specifici requisiti di segretezza. Tuttavia, per ragioni che sfuggono, è al personale militare che vengono spesso assegnati”.

Ne chiediamo conto a Ferraccio

“Negli enti della Difesa del territorio milanese, esiste una contraddizione per cui, da un lato, il personale civile viene limitato nelle mansioni amministrative, dall’altro, si esternalizzano con regolari procedure di appalto attività prima affidate al personale del Ministero e che, in ragione della carenza di organici, non possono più essere svolte con risorse umane proprie”, sostiene il sindacalista della Fp Cgil.

Quant’è la carenza di personale?

“Nelle tre sedi sono effettivamente in servizio 41 lavoratrici e lavoratori a inquadramento civile, che non arrivano a coprire neanche il 50% dell’organico previsto -, risponde Ferraccio -. Per questo bisogna valorizzare al massimo chi, con fatica, contribuisce al funzionamento della macchina della Difesa, sia attraverso la contrattazione integrativa territoriale sia, soprattutto, ottenendo a livello nazionale un significativo cambio di rotta sul rinnovo contrattuale 2022-2024. Gli stanziamenti proposti attualmente dal governo non sono sufficienti neanche a recuperare il potere d’acquisto che le lavoratrici e i lavoratori hanno perso negli ultimi anni. Figuriamoci il finanziamento di istituti contrattuali innovativi! – prosegue Ferraccio -. Secondo ‘Il Sole 24 ore’, l’Italia nel 2023 ha aumentato la spesa per la difesa di circa il 20% rispetto al 2022. Ci chiediamo come mai un aumento così significativo non si riverbera anche sugli organici e sulle retribuzioni del personale civile”, chiude.

Raffaele Manzo, coordinatore Fp Cgil Lombardia, all’assemblea ha ricordato che la “Fp Cgil chiede da anni lo sblocco del turnover e un piano occupazionale per far fronte alle uscite derivate dai pensionamenti. Finalmente qualcosa si sta muovendo – rileva -, attendiamo i risultati del concorso nazionale bandito a luglio per mille unità dell’area assistenti e per cento tecnici dell’area funzionari. Finora i concorsi non hanno portato benefici alla carenza di personale che affligge le strutture lombarde della Difesa, perché questi concorsi non specificano l’area geografica di destinazione di chi li vince. Per questo, in tanti poi decidono di rinunciare – puntualizza Manzo –, nonostante il lavoro stabile, avendo più difficoltà a stare distanti dal luogo di residenza. Peraltro c’è un altro tema scottante su cui non c’è più tempo da perdere – incalza -: la maggior parte delle nostre sedi di lavoro è in stato di deterioramento. Urgono ampi interventi di ristrutturazione e rinnovamento”.