27 Oct 2024
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Difesa / Le difficoltà ignorate del personale civile

Dall’assemblea della Fp Cgil Lombardia la denuncia di condizioni pesanti e di prospettive preoccupanti

23 ott. 2024 – Lavorano in straordinario fino anche a 400 ore e gliene vengono pagate, se va bene, 10. Svolgono anche mansioni superiori, per supplire a chi manca, senza averne un riconoscimento economico. In uno stesso posto di lavoro vengono trattati come lavoratori e lavoratrici di serie B.

Non stiamo parlando di una fabbrica, e sarebbe grave lo stesso. Stiamo parlando di un ente dello Stato, il Ministero della Difesa, dove il personale civile vive da tempo, e ogni giorno peggiora, una situazione pesante.

Questa mattina, nella sede del Cerimant di Milano e da remoto, si è tenuta un’assemblea della Fp Cgil Lombardia dedicata a queste problematiche.

Lavoratori e delegati Rsu, tra le problematiche citate, hanno portato in primis quella dello svuotamento degli uffici, da un lato evidenziando come, senza nuove assunzioni, verrà a mancare la trasmissione delle competenze, dall’altro come questo svuotamento possa preludere strumentalmente a una esternalizzazione del personale civile.

Il coordinatore regionale Raffaele Manzo, ha ricordato come in Lombardia “scontiamo anche di più la criticità della carenza di organici, visto che non siamo mai stati a regime rispetto ai numeri che ci venivano assegnati” e dunque , con questo “gap”, oggi quasi tutti gli enti della Difesa sono sotto il 50% di personale.

Ma anche le stesse sedi “non godono di buona salute”, se, ad esempio, al Cerimant o all’ex Centro ospedaliero Baggio ci sono tetti da rifare o amianto da togliere.

“In questa situazione, il personale, oltre a essere sottoposto a lavorare sotto organico, dunque con più carichi e senza progressioni di carriera, oltre a lavorare in ambienti inadeguati, è preoccupato anche rispetto alle difficoltà per il rinnovo del contratto nazionale e del contratto collettivo integrativo nazionale della Difesa”, dice, introducendo così gli interventi rispettivi di Andrea Ferraccio, funzionario della Fp Cgil Milano, e di Marco Campochiaro, coordinatore della Fp Cgil Nazionale.

Ferraccio, facendo il punto sulle trattative per il ccnl delle Funzioni Centrali, è andato subito al sodo: “Siamo ad un punto molto difficile. Per Cgil e Uil l’aumento proposto dall’Aran del 5,78% è irricevibile, con l’inflazione salita al 17%. Firmare un contratto con queste percentuali significa accettare una perdita secca del potere d’acquisto di circa i due terzi. Così un funzionario perderebbe circa 290 euro lordi – spiega il sindacalista -. Il governo sta facendo un po’ di giochi di prestigio sui numeri, aggiungendo un fantastico 0,22% che porterebbe l’incremento addirittura al 6%. Peccato che lo 0,22% era già previsto dal governo Draghi, quindi stanno vendendo qualcosa che abbiamo già nelle nostre tasche, e del 6% complessivo noi il 2% lo abbiamo già preso nel 2023, ci hanno anticipato l’indennità di vacanza contrattuale e quest’anno abbiamo avuto un conguaglio fiscale, restituendo soldi. Quindi – scandisce Ferraccio – se oggi firmiamo il contratto con queste condizioni: non abbiamo arretrati, non abbiamo un reale aumento del potere d’acquisto e il 6% è in realtà molto meno. Infatti, l’aumento netto in busta paga per un operatore sarebbe di circa 57 euro, per un assistente di 60 e per un funzionario di 73 euro al mese”.

Ne consegue che “se qualcosa non cambia, la Cgil e la Uil non firmeranno il contratto, mentre la Cisl sta spaccando il fronte confederale, indebolendo l’azione sindacale e quindi le rivendicazioni del personale”.

Quando peraltro il governo ha già preannunciato che per il prossimo triennio 2025/2027, il rinnovo contrattuale sarà incrementato solo del 2%.

Il quadro presentato da Campochiaro non è più roseo. Mentre il 50% dei vincitori di concorsi rinuncia al posto nella Difesa, il Ministero e il Persociv si preoccupano del programma formativo Syllabus, quando già le “persone sono altamente specializzate”. Le ore di straordinario, che arrivano, appunto, anche fino a quota 400, non sono pagate ma messe a riposo compensativo. “I colleghi sono esauriti, vanno dallo psicologo. Con uno stipendio di 1400 euro al mese oggi si vive male e ci sono anche dei lavoratori separati costretti a vivere in auto”, riferisce, insieme al fatto che in tanti rinunciano a curarsi per dare la priorità ai propri figli.

“La Direzione è totalmente sorda ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici”, denuncia Campochiaro, anche sintetizzando le problematiche al tavolo nazionale per il contratto integrativo. “Comandanti e dirigenti mancano di preparazione rispetto alle relazioni sindacali e dunque rispetto alla contrattazione”, segnala. Tra i temi riportati ci sono lo smart working che, per le attività che lo consentono, è importante “e deve essere calcolato come lavoro, mentre molti dirigenti pensano sia un giorno di ferie”, la mobilità del personale, i prossimi pensionamenti, le indispensabili nuove assunzioni, il welfare aziendale che va dato a tutti.

Anche la firma della Fp Cgil sull’integrativo non è garantita, se non saranno date risposte vere sui temi posti dal sindacato per migliorare le condizioni di lavoro e ampliare e rafforzare i diritti.

Sia Ferraccio che Campochiaro hanno evidenziato l’importanza della rappresentatività e del ruolo delle Rsu e, ancora di più, della necessità di fare valere in modo più compatto possibile le rivendicazioni della Cgil, in vista di un possibile sciopero generale a cui aderire in modo massivo e con determinazione.

“Ci giochiamo il futuro e noi siamo una parte fondamentale del Ministero della Difesa”, asserisce Campochiaro, ribadendo l’appello ad affrontare le sfide e gli impegni prossimi con coraggio.