Quasi un terzo del personale ha risposto al questionario somministrato dai sindacati Fp Cgil, Uil Fpl e Fials. Dai risultati, al primo posto la mancanza di fiducia verso la direzione ospedaliera. Sturini (Fp Cgil Pavia): “Alle esigenze dei dipendenti bisogna rispondere con attenzione e lungimiranza, partendo dal presupposto che vogliono lavorare per dare il meglio ma bisogna metterli nelle condizioni di poterlo fare”
30 ott. 2024 – Prosegue, all’ospedale San Matteo di Pavia, lo stato di agitazione sindacale indetto lo scorso maggio. Fp Cgil, Uil Fpl e Fials territoriali hanno effettuato un sondaggio tra il personale, cui hanno aderito circa 1200 lavoratrici e lavoratori del comparto (dei 3800 circa totali), da cui emergono un malcontento diffuso, senso di mortificazione e disillusione rispetto alla gestione aziendale.
“Da tempo denunciamo la situazione critica del San Matteo e il sondaggio è stato uno strumento in più per rimetterla in evidenza”, spiega Patrizia Sturini della Fp Cgil pavese.
I risultati dell’indagine vedono al primo posto, la mancanza di fiducia nei confronti della direzione ospedaliera (88,93%), seguono lo squilibrio tra tempi di vita e lavoro (86%), la mancanza di un ambiente di lavoro collaborativo e rispettoso (84,85%), un’insufficiente valorizzazione professionale (84,49%), l’intenzione di dimettersi (63,50%).
“Le condizioni di lavoro sempre più difficili, e dunque una gestione aziendale che non mette al centro il benessere organizzativo, stanno minando la tenuta non solo delle lavoratrici e dei lavoratori, ma degli stessi servizi erogati. Se l’ospedale perdesse, per dimissioni, un alto tasso di personale qualificato, oltre a continuare a non porre rimedio a come le persone stanno lavorando, davvero le prospettive si farebbero fosche – considera Sturini -. Per questo va evidenziato anche quell’86,89% di partecipanti al sondaggio che chiede rivendicazioni sindacali all’interno del San Matteo e che, per quanto ci riguarda, continueremo a porre facendo il necessario pressing sui vertici della struttura”.
Ad esempio, chiedendo cosa?
“Alle esigenze dei dipendenti bisogna rispondere con attenzione e lungimiranza, partendo dal presupposto che vogliono lavorare per dare il meglio ma bisogna metterli nelle condizioni di poterlo fare. Ad esempio, tante infermiere devono tener conto anche di figli piccoli o genitori anziani – risponde la sindacalista -. Le direzioni devono lavorare per costruire ambienti di lavoro sani, dove le persone si sentono motivate, valorizzate e al sicuro. Altrimenti l’emorragia di dimissioni metterà a rischio il sistema – aggiunge -. I problemi strutturali del San Matteo vanno affrontati con urgenza e responsabilità, prima con un confronto serio e costruttivo tra le parti e poi con risposte che portino a cambiamenti veri”.