13 Dec 2024
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Grande Brera / Per aprire Palazzo Citterio serve il personale adeguato

Lo sciopero è stato bloccato ma la protesta dei sindacati va avanti. Ferraccio (Fp Cgil Milano): “Brera è di tutta la città, il servizio erogato deve essere di qualità e sicuro”

4 nov. 2024 – “Bisogna prima assumere il personale necessario a garantire la dovuta sicurezza e poi aprire Palazzo Citterio, quindi chiediamo di posticipare la data dell’inaugurazione, prevista per il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio”. Andrea Ferraccio, sindacalista della Fp Cgil Milano, anticipa che la manifestazione di ieri, domenica 3 novembre, è stata solo una tappa di una mobilitazione, portata avanti con Cisl Fp, UilPa e Usb, dopo l’indizione, a settembre, dello stato di agitazione delle lavoratrici e lavoratori della Pinacoteca e della Biblioteca Braidense, che avrebbe dovuto culminare con lo sciopero, sempre il 7 dicembre.

Lo sciopero è stato bloccato dalla Commissione di Garanzia, perché?

“Per evitare la sovrapposizione di un altro sciopero proclamato poco prima. Considerato che, per il nostro, avrebbe scioperato solo il personale di Brera, ci è sembrata una pronuncia eccessiva che va a ledere fortemente il diritto di sciopero. Però per il 7 dicembre organizzeremo senz’altro delle altre iniziative”, risponde Ferraccio.

Quali sono le ragioni della vostra protesta?

“Lottiamo contro l’inerzia dell’amministrazione che da mesi non risponde alle nostre richieste. Il significato politico dello sciopero per noi stava nel far partecipare la città a questa mobilitazione, perché Brera è di tutta la città, non solo delle lavoratrici e dei lavoratori che vogliono, insieme alle organizzazioni sindacali, che Palazzo Citterio venga aperto, però alle giuste condizioni. Infatti manca il personale di vigilanza, servirebbero come minimo almeno 55 figure in più, da aggiungere al centinaio effettivo. Noi temiamo che la direzione prenda i dipendenti già assegnati alla Biblioteca Braidense, alla Pinacoteca di Brera e al Cenacolo Vinciano (di recente passato sotto la gestione della Pinacoteca senza peraltro un chiaro piano sul personale e le risorse necessarie), per fare aprire Palazzo Citterio – spiega Ferraccio –. Questo determinerebbe un abbassamento della qualità del lavoro, con le lavoratrici e i lavoratori spremuti già oltre i limiti a causa delle carenze attuali di dotazione organica e non lo possiamo permettere. Un altro rischio grande – aggiunge – è che si vadano a ridurre la qualità e gli orari di apertura dei tre siti già in essere, a totale svantaggio della cittadinanza e dei turisti, per tenere aperto un altro palazzo, anch’esso molto ampio e a ranghi ridotti. La situazione è tale che noi paventiamo che Palazzo Citterio possa già chiudere il giorno dopo essere stato inaugurato: ribadisco, mancano le risorse umane minime per lavorare in sicurezza e a condizioni contrattualmente adeguate. Ricordo anche che già si fa ricorso al supporto di personale precario esterno per coprire le aperture festive. Servono nuove assunzioni e la garanzia di un lavoro sicuro e stabile”.

Il piano della “Grande Brera”, nato negli anni Ottanta, è stato rilanciato nel 2014, e prevede, appunto, di integrare Palazzo Citterio nel sistema museale della Pinacoteca, per espandere e modernizzare gli spazi espositivi e così valorizzare il patrimonio artistico e culturale migliorando i servizi erogati al pubblico.

La prossima settimana organizzeremo un’altra assemblea aperta a tutti gli istituti che ora fanno capo a Brera – prosegue l’esponente della Fp Cgil -. Abbiamo anche interessato le nostre segreterie nazionali che hanno scritto al Ministro della Cultura rappresentandogli queste criticità irrisolte e chiedendogli con urgenza un tavolo di confronto. Oltre alla carenza di dotazione organica, ci sono questioni centrali come l’organizzazione del lavoro e la formazione. Insomma, bisogna investire per assicurare un’offerta culturale all’altezza del patrimonio custodito”.