“Non vogliamo che in futuro in accettazione anziché la tessera sanitaria sia richiesta la carta di credito”. E il segretario Fp Cgil Lombardia Tramparulo rilancia: “Serve un netto cambiamento, l’accesso alle cure sta diventando un privilegio. Bisogna anche migliorare con urgenza le condizioni del personale sanitario”
“Non vogliamo che in futuro in accettazione anziché la tessera sanitaria sia richiesta la carta di credito” ha denunciato il Comitato nel corso dell’audizione, esprimendo preoccupazione per il rischio di una deriva verso un sistema di cure che guarda al reddito più che al diritto universale alla salute, distanziandosi così dalla riforma del 1978 e dalla Costituzione cui è ancorata.
I promotori della petizione, tra cui la Cgil, da un lato hanno rimarcato come le scelte degli ultimi trent’anni abbiano sfibrato la sanità pubblica, rendendo la sanità privata “sostitutiva anziché integrativa, con pesanti ripercussioni soprattutto sulle fasce più deboli”. Dall’altro hanno chiesto, a fronte della disponibilità mostrata su alcuni temi dai consiglieri e in ragione delle possibilità di intervento del Consiglio Regionale, di agire per regolamentare concretamente, ad esempio, i “rapporti tra servizio sanitario e le strutture erogatrici mediante la contrattualizzazione e la regolazione dei rapporti, inclusi CUP unico, agende tra pubblico e privato”.
Il Comitato ha annunciato anche che le iniziative sulla sanità e sui cinque punti chiave della petizione (“1. Centro unico di Prenotazione; 2. Abbattimento delle liste d’attesa eliminando abusi sulle agende; 3. Stop all’utilizzo dei medici a gettone (non dipendenti) e assunzioni di personale; 4. Copertura dei costi sanitari nelle Residenze Sanitarie Assistenziali e miglioramento dei servizi per gli anziani 5. Potenziamento dei Servizi Territoriali in particolare per la prevenzione”) proseguiranno per tenere alta l’attenzione su questa cruciale questione.
“Da tempo, come categoria, insistiamo sull’importanza di rimettere al centro il diritto alla salute che, a partire dalla nostra regione, è stato compromesso da politiche irresponsabili – dichiara Lello Tramparulo, segretario della Fp Cgil Lombardia -. Serve un netto cambiamento, l’accesso alle cure sta diventando un privilegio invece che essere un diritto ed è intollerabile. Per garantire un servizio sanitario pubblico e universale, che dia priorità ai bisogni delle persone e non ai profitti del settore privato è indispensabile investire anche sulle lavoratrici e i lavoratori che, sempre più a fatica, mandano avanti la sanità pubblica: bisogna migliorare urgentemente le condizioni materiali del personale sanitario, fermandone così la fuga dalle strutture. Va fatto quindi l’esatto contrario di quanto sta accadendo: attrarre e assumere nel pubblico tutte le professionalità necessarie”.