L’intervento di Daniele Pirri, coordinatore Fp Cgil Lombardia, all’assemblea nazionale delegate e delegati Cgil “L’intelligenza del lavoro per un nuovo modello di sviluppo e fermare i licenziamenti”
6 nov. 2024 – Nell’igiene ambientale, l’impiantistica è un settore industriale con sistemi di automazione avanzati, ma non mancano i problemi perché ci sono continui imprevisti da gestire e una manutenzione da eseguire puntualmente. Inoltre, tra i rischi, va considerato anche quello biologico cui i lavoratori e le lavoratrici sono esposti, ad esempio, con i rifiuti ospedalieri. Servono competenze specifiche, oltre all’esperienza, e un aggiornamento professionale costante.
“Sono un lavoratore dell’igiene ambientale, nasco come impiantista al termovalorizzatore di Cremona. Lavorare in questo ambito significa guardare a ogni giornata come a una sfida”, ha detto Daniele Pirri, coordinatore Fp Cgil Lombardia, all’assemblea nazionale delle delegate e delegati che la Cgil ha organizzato oggi al Teatro Gaber di Milano con il titolo: “L’intelligenza del lavoro per un nuovo modello di sviluppo e fermare i licenziamenti”.
Raccontando la sua esperienza, Pirri ha spiegato come la gestione dell’incenerimento dei rifiuti sia un compito complesso che implica un monitoraggio costante e il rispetto delle normative ambientali.
La manutenzione degli impianti è essenziale, poiché “se qualcosa non funziona correttamente, l’intero impianto può diventare pericoloso”. Ogni giorno, i lavoratori e le lavoratrici sono chiamati a intervenire sia per operazioni di routine che per affrontare emergenze. La salute e la sicurezza sono al centro delle preoccupazioni: l’incenerimento genera fumi che necessitano di controlli rigorosi per rimanere nei limiti consentiti. “Chi lavora nel termovalorizzatore sa che le disattenzioni o gli errori possono avere conseguenze gravi non solo per l’impianto, ma anche per l’ambiente e la salute delle persone”, sottolinea.
Anche in questo settore industriale dei servizi ambientali ci sono criticità tipiche come la carenza di personale e carichi di lavoro pesanti. Lavorare nell’igiene ambientale richiede fatica, attenzione, anche rispetto al proprio corpo che viene consumato, si usura.
Questo contesto rende indispensabile il ruolo degli Rlssa, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e la salute ambientale che, insieme alle Rsu, saranno rinnovati alle elezioni del 3 e 4 dicembre prossimi.
E qui Pirri coglie l’occasione per lanciare un appello: “Permettetemi di utilizzare questa giornata per dire ai lavoratori tutti del settore dell’igiene ambientale di andare a votare e di votare i nostri delegati, di mettere sulla scheda elettorale una croce sui nostri nomi perché sono i nostri ragazzi, sono le nostre persone”.
Chi opera nei servizi ambientali deve far fronte alle condizioni climatiche, al traffico su strada, spesso su mezzi obsoleti e inadeguati. Infortuni e malattie professionali non sono eventi eccezionali. E, purtroppo, c’è chi perde la vita facendo questo lavoro.
Nel settore sono frequenti i cambi di appalto che portano con sé incertezze occupazionali, la possibilità di applicazioni contrattuali a ribasso e rischi per la qualità del servizio.
Pirri, però, oltre alle ombre guarda anche alle luci. “Questo lavoro pubblico è indispensabile per la comunità, e contribuisce a mantenere pulite le città e a migliorare la qualità della vita di tutti. Il settore dell’igiene ambientale, oltre a essere indispensabile per la tutela della salute pubblica, si inserisce pienamente nel contesto della transizione ecologica e sostenibile. Ma sappiamo bene che la strada verso un futuro di lavoro sicuro, dignitoso e rispettoso dell’ambiente è ancora lunga e complessa”, aggiunge, segnalando le problematiche della precarizzazione del lavoro, degli appalti al massimo ribasso e dell’assenza di investimenti strutturali. “Questo è inaccettabile”, commenta.
In ragione dei tempi stringenti dell’assemblea, Pirri ha dovuto tagliare una parte del suo intervento scritto, che qui riassumiamo, ricomponendolo con le parti esposte.
Negli impianti di recupero rifiuti, l’automazione tramite robotica e intelligenza artificiale rendono più efficienti e sicure le operazioni di smistamento e recupero, riducendo sprechi e usura dei mezzi grazie a sistemi GPS e algoritmi avanzati. E i dispositivi per la tariffazione puntuale incentivano una raccolta differenziata più equa. Tuttavia, l’innovazione richiede una continua formazione e investimenti in sicurezza, poiché “l’automazione non elimina il ruolo umano”: resta necessario “personale altamente qualificato che ne assicuri il funzionamento e la manutenzione. Questo richiede investimenti mirati nella formazione, affinché lavoratrici e lavoratori possano acquisire le competenze necessarie per gestire e monitorare processi sempre più complessi, e per svolgere con perizia quei compiti di controllo e ottimizzazione che solo l’esperienza e l’intelligenza umana possono garantire”.
Il governo deve attuare politiche di sostegno agli investimenti sostenibili e creare posti di lavoro di qualità, non distruggere quelli esistenti. “Anche noi della Fp Cgil chiediamo alle istituzioni un deciso cambio di rotta verso misure che proteggano chi lavora e sostengano la transizione ecologica. È necessaria una strategia che includa piani di riqualificazione e reinserimento per chi è a rischio di esclusione dai processi produttivi, garantendo che i posti di lavoro persi vengano recuperati in settori compatibili con la transizione verde. Il nostro obiettivo è chiaro. Non un solo lavoratore o lavoratrice va lasciato indietro. Questo è fondamentale. Non una sola azienda va sacrificata per colpa di una mancata visione politica. Abbiamo bisogno di politiche che sappiano guardare al futuro del paese e del lavoro senza lasciare nessuno ai margini. Noi sappiamo qual è la direzione. Andiamo avanti, compagni e compagne, con determinazione e unità per un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e che metta al centro i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.