Intervista a Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia
5 dic. 2024 – La Polizia Locale svolge un ruolo essenziale nelle nostre città. Eppure, questo servizio fondamentale viene trascurato dalle amministrazioni comunali, che impiegano le lavoratrici e i lavoratori del Corpo per compiti di sicurezza sul territorio senza riconoscere loro adeguate tutele salariali, previdenziali e diritti.
A denunciare questa situazione è Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia, a margine dell’Attivo regionale della categoria, organizzato durante il Forum 2024 della Polizia Locale alla Fiera di Bergamo. Con la partecipazione del coordinatore nazionale Antonio Santomassimo e lo stand informativo della Fp Cgil, presidiato dal coordinatore regionale Corrado Sciamanna, l’iniziativa ha offerto un momento di confronto sulle sfide e le azioni sindacali in corso.
Quali sono le principali problematiche di chi lavora nella Polizia Locale?
“Il problema principale è la mancanza di riconoscimento della professionalità di agenti e ufficiali. Le lavoratrici e i lavoratori vengono impiegati per compiti di sicurezza ma non ricevono le stesse tutele e gli stessi diritti delle altre forze di polizia – risponde Pusceddu –. Mancano risorse per garantire un’adeguata formazione, un equipaggiamento moderno e sicuro, e soprattutto un salario dignitoso. Inoltre, la riforma della Polizia Locale è bloccata da 38 anni e la legge delega approvata un anno fa sta per scadere, con il rischio che non venga previsto un decreto attuativo”.
Questo cosa comporterebbe?
“La legge delega introduce alcuni punti positivi, come la definizione di un contingente minimo di personale, la standardizzazione della formazione a livello regionale e l’estensione delle tutele assistenziali e previdenziali. Tuttavia, il principale difetto è che mancano risorse finanziarie dedicate. Senza fondi specifici, come ha ben spiegato Santomassimo all’Attivo regionale, la riforma rimarrà sulla carta. Chiediamo, dunque, che vengano stanziate risorse per garantire alle lavoratrici e lavoratori della Polizia Locale le stesse garanzie previdenziali delle altre forze di sicurezza, la possibilità di andare in pensione prima per gli anni di attività svolta, indennizzi per malattie di servizio e infortuni, e l’accesso gratuito alle banche dati del Ministero dell’Interno. È fondamentale anche – aggiunge – un riconoscimento economico adeguato alla professionalità e ai rischi cui sono sottoposti quotidianamente gli uomini e le donne del Corpo”.
Come si muove la Fp Cgil per ottenere risultati concreti?
“Abbiamo deciso, durante l’Attivo regionale, di agire su due fronti – spiega Pusceddu -. A livello territoriale, tramite contrattazione decentrata con le amministrazioni locali, chiedendo di destinare le risorse delle sanzioni amministrative del Codice della strada al miglioramento delle condizioni di lavoro. A livello nazionale, continuando a fare pressione sul governo affinché approvi e finanzi la legge delega. È cruciale aprire un tavolo di confronto con le parti sociali per garantire il riconoscimento dei diritti e delle tutele dei 60 mila dipendenti della Polizia Locale. Non possiamo permettere che un servizio così importante resti abbandonato, sia per le lavoratrici e i lavoratori sia per le comunità che ogni giorno ne beneficiano. Come Fp Cgil siamo dunque pronti a proseguire la lotta, al fianco di chi, con professionalità e impegno, si adopera per la sicurezza delle città e il rispetto delle regole”.