Chiummo (Fp Cgil Bergamo): “Questa pre-intesa è insufficiente e ingiusta, non riconosce il lavoro svolto per garantire diritti di cittadinanza. È necessario far esprimere lavoratrici e lavoratori su un contratto che non tutela il loro futuro né la qualità dei servizi pubblici”
19 dic. 2024 – “Di fronte a un contratto ‘a perdere’ pensiamo sia necessario far esprimere le lavoratrici e i lavoratori. La pre-intesa contrattuale che abbiamo deciso di non firmare prevede, infatti, un aumento salariale insufficiente e ingiusto rispetto al lavoro svolto tra mille difficoltà per garantire diritti di cittadinanza”. Così Leopoldo Chiummo, segretario della Fp Cgil Bergamo, nel rilanciare il referendum online per dire “NO” alla pre-intesa contrattuale delle Funzioni Centrali promosso da Fp Cgil, Uil Pa e Usb PI nazionali.
Una consultazione nata dal dissenso verso un accordo siglato solo dal 53% delle sigle sindacali rappresentative e giudicato inadeguato per rispondere alle esigenze reali del personale delle amministrazioni centrali.
Le votazioni, aperte sulla piattaforma www.votofc.org, coinvolgono circa 1.500 lavoratrici e lavoratori nella bergamasca e circa 17.000 in tutta la Lombardia.
“Gli enti pubblici coinvolti, come Tribunale, Procura, Inps, Inail, Prefettura, Ispettorato Territoriale del Lavoro, sono il cuore pulsante della nostra democrazia amministrativa. Attraverso il loro lavoro, le lavoratrici e i lavoratori garantiscono giustizia, sicurezza e sostegno ai cittadini, spesso in condizioni difficili e con risorse insufficienti. La mancata valorizzazione di questo personale mina non solo i diritti dei lavoratori, ma anche la qualità dei servizi pubblici di cui la comunità intera beneficia”, afferma Chiummo, ribadendo con fermezza l’opposizione a questa pre-intesa.
I punti critici della pre-intesa sono molteplici, ma di particolare gravità sono “gli incrementi salariali previsti che recuperano solo il 6% di un’inflazione al 16,5%. Nel contratto, oltre alle mancate risorse aggiuntive per adeguare i salari al costo della vita, non vengono previsti avanzamenti di carriera significativi né interventi strutturali per migliorare le condizioni lavorative. Ancora, non si affronta lo sblocco della contrattazione decentrata, cruciale per migliorare l’organizzazione del lavoro nei singoli territori”, spiega il sindacalista.
Da qui l’importanza del coinvolgimento democratico attraverso il referendum.
“È fondamentale che anche le lavoratrici e i lavoratori della bergamasca votino NO. Tra gli obiettivi della consultazione referendaria c’è senz’altro quello di rafforzare la consapevolezza e il protagonismo di queste persone che mandano avanti la macchina pubblica: attraverso il loro lavoro, sono veri pilastri del nostro sistema pubblico”, chiude Chiummo.