Ancora una volta il Governo fa cassa sulle pensioni! Basta attacchi alle lavoratrici e lavoratori pubblici!
NESSUN SUPERAMENTO DELLA LEGGE MONTI-FORNERO
Anzi, il limite ordinamentale viene innalzato a 67 anni. Il passo indietro che nemmeno la Legge Monti-Fornero aveva previsto. Questa misura penalizza ulteriormente le lavoratrici e i lavoratori pubblici, allungando i tempi di pensionamento e aumentando l’incertezza sul futuro.
- Nessuna chiarezza sui provvedimenti di cessazione che le amministrazioni hanno già emesso per raggiungimento limiti di servizio fino a dicembre ’24
ULTERIORE ALLUNGAMENTO DEI TEMPI PER RICEVERE IL TFS/TFR
Ancora senza soluzione il “sequestro” del Tfs/Tfr dei dipendenti pubblici, che si allunga ancora con l’abolizione dei limiti di servizio a 65 anni, portati a 67 anni per tutti. Un danno economico che colpisce tutti i lavoratori anche dopo il termine della loro carriera.
TRATTENIMENTO IN SERVIZIO: UNA TRAPPOLA PER I LAVORATORI
La possibilità per la Pubblica Amministrazione, di trattenere i lavoratori fino al 10% delle capacità assunzionali per attività di tutoraggio, affiancamento e per esigenze funzionali non diversamente assolvibili, personale che dovrà essere scelto in base ad un generico criterio “di merito”, con un altissimo e del tutto improprio tasso di discrezionalità, rischia di:
- Penalizzare e discriminare ulteriormente lavoratrici e lavoratori.
- Bloccare il ricambio generazionale, visto che viene previsto anche un taglio del 25% del turn-over occupazionale.
- Ingrassare la Pubblica Amministrazione italiana, che ha il record europeo di età media dei suoi dipendenti e che rimane priva di un vero piano di assunzioni e di rilancio.
TAGLI ALLE PENSIONI DEI DIPENDENTI PUBBLICI
- Vengono confermati i tagli per gli iscritti a CPDEL, CPS, CPI e CPUG (Cassa Enti Locali, Cassa Sanitá, Cassa Sanitá e Cassa Ufficiali Giudiziari) che subiranno tagli significativi se opteranno per il pensionamento anticipato. Di fatto tutti coloro che sono iscritti alle gestioni sopra indicate se andranno in pensione prima dei 67 anni subiranno un taglio.
- Poi, dal 2024, i coefficienti di trasformazione della quota contributiva verranno ulteriormente ridotti, abbassando il valore della pensione futura.
- Allungamento delle finestre di uscita per tutti coloro che sono iscritti alle Casse Previdenziali che subiranno i tagli, fino a 9 mesi a regime nel 2028.
PIÙ POVERI AL LAVORO, PIÙ POVERI IN PENSIONE
Senza un adeguato rinnovo dei contratti di lavoro, i lavoratori pubblici continuano a subire:
- Stipendi insufficienti rispetto all’aumento del costo della vita (con un’inflazione cumulata che raggiunge circa il 17% non si possono rinnovare i contratti a 0%).
- Pensioni più basse, che non garantiscono prestazioni dignitose dopo anni di servizio.
NESSUNA LOTTA ALL’EVASIONE CONTRIBUTIVA
Il governo continua a non affrontare il problema dell’evasione contributiva, aggravando le difficoltà del sistema previdenziale e penalizzando chi ha sempre versato regolarmente i propri contributi.
NOI CI SIAMO, NEI LUOGHI DI LAVORO, CON LE NOSTRE DELEGATE E I DELEGATI, CON I NOSTRI SERVIZI DI TUTELA INDIVIDUALE. VIENI IN CGIL.