Di seguito la relazione introduttiva di Sabrina Negri, segretaria Fp Cgil Lombardia, al convegno odierno “Dentro le Rsa: la qualità della cura passa anche dalla tutela del personale” che la categoria regionale ha organizzato con lo Spi Cgil Lombardia al Palazzo delle Stelline di Milano.
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Buongiorno a tutte e tutti,
la ricerca che abbiamo commissionato e che oggi presentiamo testimonia l’impegno costante della CGIL, e in particolare della Funzione Pubblica e del Sindacato Pensionati della Lombardia, nel mettere al centro il benessere delle persone più fragili e la dignità del lavoro in un settore complesso e sempre più cruciale come quello delle Residenze Sanitarie Assistenziali.
L’indagine conferma quello che denunciamo da anni: le RSA sono al centro di un sistema che, troppo spesso, antepone logiche di profitto alla qualità dei servizi e alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Questa indagine è la prova che il nostro impegno non è solo una battaglia sindacale, ma un progetto per un modello di assistenza che sia giusto, equo e rispettoso della dignità umana.
Le persone anziane ospiti delle RSA rappresentano una delle parti più fragili del nostro sistema di welfare. Spesso si tratta di persone non autosufficienti, con gravi problemi di salute, che richiedono un’assistenza qualificata e continua. Tuttavia, le difficili condizioni di lavoro del personale e l’assenza di standard nazionali adeguati compromettono seriamente la qualità delle cure.
Ad un contesto nazionale che registra un rapido invecchiamento della popolazione con un crescente bisogno di assistenza a lungo termine corrisponde, oggi, una crisi significativa delle Residenze Sanitarie Assistenziali.
Uno dei fattori causanti è la carenza di personale. Le RSA faticano a trovare personale qualificato sia per le difficili condizioni di lavoro sia per lo scarso riconoscimento economico.
Il dumping salariale nel settore RSA è una delle problematiche più urgenti da affrontare. Le lavoratrici e i lavoratori si trovano a gestire carichi di lavoro sempre più pesanti, mentre le retribuzioni rimangono insufficienti a valorizzare le loro competenze e responsabilità.
Un fenomeno che ha radici profonde fra le quali la frammentazione dei contratti: all’interno della stessa struttura, persone con mansioni identiche possono essere soggette a trattamenti economici e normativi differenti.
Alcuni fra i contratti maggiormente applicati in Lombardia presso le RSA non vedono la sottoscrizione della FP CGIL perché frutto di negoziazioni senza il giusto coinvolgimento delle rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative e soprattutto perché ritenuti inadeguati rispetto ai diritti dei lavoratori, alle retribuzioni e alle condizioni di lavoro considerando la complessità e l’impegno richiesti nelle RSA.
Le conseguenze per chi lavora sono pesanti. I carichi di lavoro spesso diventano insostenibili, con turni prolungati, riposi saltati e una carenza cronica di personale. L’età media delle lavoratrici, che rappresentano la maggioranza del personale, supera i 50 anni, un chiaro segnale della mancanza di politiche di ricambio generazionale e di attrattività per i giovani.
La disparità contrattuale e quindi diversi diritti economici e normativi è la piaga del settore. C’è personale che lavora in libera professione o con contratti precari, privi di tutele adeguate. Questa instabilità non solo danneggia chi lavora, ma compromette anche la continuità dell’assistenza agli ospiti.
Infine, i salari bassi contribuiscono a un clima di demotivazione generale. Il confronto con altre regioni o con realtà vicine, come la Svizzera, è emblematico: molte lavoratrici e lavoratori scelgono di lasciare le RSA lombarde, generando una spirale di carenza di personale e turnover, con ripercussioni dirette sulla qualità dell’assistenza.
Di fronte a questa situazione complessa e ingiusta le nostre proposte sono chiare e concrete, pensate per produrre un cambiamento profondo nel sistema delle RSA.
Innanzitutto, è indispensabile fermare il dumping salariale.
Serve l’adozione di un contratto unico di settore che migliori salari e tutele, superando la frammentazione contrattuale che crea disparità inaccettabili e alimenta la concorrenza sleale tra strutture. Questo è un obiettivo imprescindibile per costruire un sistema che tuteli davvero i diritti.
Un altro punto fondamentale è la definizione di standard nazionali e Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP). Solo così potremo eliminare le forti disuguaglianze territoriali e garantire un’assistenza dignitosa in tutto il Paese. I LEP devono stabilire criteri uniformi per la qualità dei servizi, assicurando a ogni persona, indipendentemente da dove viva, la stessa possibilità di accedere a cure adeguate.
Per migliorare la qualità dell’assistenza e valorizzare il personale, bisogna investire sulle lavoratrici e i lavoratori.
La formazione continua deve diventare un elemento strutturale, perché solo attraverso l’aggiornamento professionale possiamo rispondere ai bisogni complessi degli ospiti. Al contempo, è necessario attrarre giovani nel settore, offrendo loro prospettive di lavoro stabili e gratificanti, capaci di garantire una crescita professionale concreta.
La gestione delle RSA da parte dei dirigenti può avere conseguenze significative sul funzionamento delle strutture, sulla qualità dei servizi erogati e sulle condizioni di lavoro del personale.
Adottare pratiche che penalizzano il personale come:
- Contratti precari o inadeguati
- Mancato rispetto delle normative sui turni e riposi
- Ostilità nei confronti delle rappresentanze sindacali
implica conseguenze sulla qualità dei servizi.
Una gestione inefficace porta a un ambiente di lavoro stressante e conflittuale per gli operatori; riduce la qualità dell’assistenza agli ospiti, con rischio di episodi di trascuratezza; causa problemi di sicurezza sanitaria e organizzativa.
Indispensabile implementare sistemi per misurare la qualità della gestione, con feedback da parte di lavoratori e familiari.
Un altro aspetto essenziale riguarda la composizione del personale. Le RSA hanno bisogno di un equilibrio tra figure professionali, con più medici, infermieri e fisioterapisti accanto agli OSS e a tutto il personale di assistenza. Questi ultimi svolgono un lavoro fondamentale, ma non possono essere lasciati soli a coprire lacune che richiedono competenze sanitarie specifiche. Definire un mix professionale adeguato è indispensabile per offrire un’assistenza completa e personalizzata agli ospiti.
Infine, le RSA devono tornare a essere luoghi di cura e supporto, e non centri dominati dalle logiche del profitto. La Regione Lombardia ha la responsabilità di garantire che i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori e degli ospiti prevalgano su qualsiasi interesse economico. Il nostro welfare deve essere costruito sui bisogni delle persone, non sulle esigenze di bilancio.
Queste rivendicazioni non sono solo parole, ma un progetto di cambiamento concreto e necessario. È tempo di dare dignità a chi lavora e a chi riceve assistenza. Siamo determinati a portare avanti questa sfida con forza e con il supporto di tutte e tutti coloro che credono in un sistema più giusto.
Quindi anche come FP CGIL diciamo con forza: NO alla strumentalizzazione e alla contrapposizione tra i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori e il benessere delle persone ospiti. Questa è una falsa narrazione che serve solo a chi vuole giustificare il mantenimento dello status quo.
Il nostro obiettivo è uno: costruire un sistema che valorizzi le persone, tutte. Le lavoratrici, i lavoratori e gli utenti.
Il modello a cui ci ispiriamo deve garantire:
- CENTRALITA’ DELL’OSPITE: rapporto adeguato tra numero di operatori ed ospiti
- GOVERNANCE TRASPARENTE E PARTECIPATIVA: leadership qualificata; coinvolgimento delle parti interessate; trasparenza
- SOSTENIBILITA’ ECONOMICA ED ETICA
- CONTRATTI DIGNITOSI
- FORMAZIONE CONTINUA
- BENESSERE DEL PERSONALE
- QUALITA’ ED INNOVAZIONE
Il ruolo cruciale che svolgiamo nel rivendicare un modello organizzativo che tuteli sia la dignità dei lavoratori sia la qualità dell’assistenza si concretizza soprattutto attraverso le azioni e gli strumenti messi in campo dai nostri delegati.
L’iniziativa odierna vuole essere la testimonianza di un percorso avviato. Continuiamo a lavorare insieme per garantire che le RSA non siano solo luoghi di cura, ma spazi in cui i diritti e il benessere di tutte le persone coinvolte siano pienamente rispettati.