22 Jan 2025
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Rsa: un settore in crisi, ma con il cuore grande

Cristiano Sangermani

Intervista a Cristiano Sangermani, delegato Fp Cgil Cremona presso la Fondazione Brunenghi

Cristiano Sangermani22 gen. 2025 – La voce di chi lavora nel socio-assistenziale, dove ogni giorno si affrontano sfide professionali e umane, spesso rimane inascoltata. Cristiano Sangermani, operatore presso la Fondazione Brunenghi di Castelleone, nel cremonese, ha avuto modo di farsi ascoltare intervenendo al convegno “Dentro le Rsa: la qualità della cura passa anche dalla tutela del personale”, che la Fp Cgil Lombardia ha organizzato insieme allo SPI regionale al Palazzo delle Stelline di Milano.

E la sua storia parla di un settore frammentato, segnato da disuguaglianze contrattuali e da un carico di lavoro in costante aumento. La riprendiamo qui.

Quali cambiamenti ha vissuto il lavoro socio-assistenziale negli ultimi anni?
“Il lavoro nelle strutture come la Fondazione Brunenghi è profondamente cambiato. Un tempo era principalmente un supporto fisico agli ospiti, ma oggi richiede competenze molto più ampie. Assistiamo persone anziane, fragili, spesso con malattie croniche o disturbi cognitivi, e questo comporta anche un impegno emotivo e psicologico costante”, risponde il delegato della Fp Cgil Cremona.

Com’è il vostro quotidiano?
“Ogni giorno affrontiamo turni impegnativi, cercando di prenderci cura degli ospiti con grande dedizione. Ma il carico assistenziale è cresciuto enormemente, spesso senza un adeguato aumento di risorse o personale. Facciamo il massimo, ma non sempre abbiamo il tempo o le energie per offrire tutto ciò che vorremmo. È una fatica che si accumula, fisicamente e mentalmente”.

Cosa significa lavorare in un settore frammentato come il vostro?
“La frammentazione contrattuale è una delle difficoltà maggiori. Nella stessa struttura ci sono lavoratrici e lavoratori con contratti diversi: tempo determinato, indeterminato, interinali, part-time. Le condizioni economiche e normative variano, creando frustrazione e rendendo difficile sentirsi parte di una squadra coesa. Questo clima di incertezza scoraggia anche le giovani generazioni, che cercano opportunità altrove”.

Cosa chiedete come lavoratori e lavoratrici?
“Quello che chiediamo è semplice: un settore più equo e uniforme, in cui tutti siano trattati con pari dignità. È necessario rivedere i contratti, valorizzare chi lavora con dedizione e investire in risorse. Garantire i diritti dei lavoratori significa anche offrire un servizio di qualità a chi si affida a noi nei momenti più fragili della loro vita. Il nostro lavoro non è solo un mestiere – aggiunge Sangermani -, ma una vocazione. Ogni giorno ci impegniamo per offrire assistenza, conforto e dignità alle persone più vulnerabili. Meritano il meglio, e anche noi lo meritiamo. Il cambiamento è possibile, ma serve l’impegno di tutti: istituzioni, datori di lavoro, società intera”.