26 Jan 2025
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Contratto Sanità Pubblica: partita aperta, servono risposte vere

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“Il contratto bocciato all’Aran è una beffa per chi ogni giorno si prende cura della salute delle persone. Gli aumenti proposti sono ridicoli, le condizioni di lavoro insostenibili. Non ci arrendiamo, vogliamo dignità e riconoscimento per le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica!”, afferma Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia

23 gen. 2025 – Al tavolo con l’Aran del 14 gennaio scorso per il rinnovo contrattuale del personale del comparto Sanità Pubblica (infermieri, tecnici e amministrativi) non si è trovata né la quadra né la maggioranza necessaria per procedere alla firma, con Fp Cgil, Uil Fpl e Nursing Up contrarie.

“Il contratto presentato in trattativa era inaccettabile: non rispondeva alle vere esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, contraddicendo le dichiarazioni di facciata del governo. È importante sottolineare che anche le proposte della Cisl si sono rivelate di facciata, nonostante avessimo condiviso, unitariamente con loro e la Uil, le rivendicazioni sindacali presentate all’agenzia negoziale del governo”, spiega Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia, che abbiamo intervistato per approfondire la questione.

Quali sono i motivi principali per cui la Fp Cgil non ha firmato questo contratto?
“La risposta è semplice: questo contratto è una beffa. Gli aumenti economici medi sono ridicoli: appena 45-50 euro lordi in busta paga, dopo la decurtazione dell’indennità di vacanza contrattuale. È un incremento che copre solo un terzo dell’inflazione del periodo 2022-2024, e per giunta una parte è già percepita come IVC. Per le professioni sanitarie e sociosanitarie, le indennità specifiche aumentano di soli 7 euro lordi mensili, mentre per tutte le altre categorie non c’è nulla. In sintesi, il personale non vede riconosciuto né il valore del proprio lavoro né una reale compensazione per l’aumento del costo della vita”.

Altre criticità?
“Ce ne sono molte. La proposta dell’assistente infermiere è un attacco alla qualità del lavoro e una svalutazione della professione infermieristica, che diventerebbe una figura generica. Questo si riflette negativamente anche sugli operatori socio-sanitari (OSS), privati di possibilità di carriera. Sul piano normativo, non ci sono soluzioni per problemi fondamentali come il debito orario, le ferie pregresse e le retribuzioni durante le ferie, nonostante le sentenze della Cassazione. Nulla per il welfare contrattuale, nessun aumento del buono pasto e persino un aggravio per i lavoratori, dato che le risorse continuano a essere sottratte alla produttività collettiva. Per le progressioni verticali e orizzontali, mancano risorse aggiuntive: la proroga fino al 2026 è una scatola vuota”.

E per l’orario di lavoro?
“Il contratto mantiene l’orario convenzionale invece di riconoscere quello programmato, causando debiti orari. Inoltre, introduce una deregolamentazione per le prestazioni orarie aggiuntive, rendendo il ricatto del ‘lavorare di più per guadagnare di più’ una pratica contrattuale. Questo avviene in un contesto di turni già massacranti e di carenze croniche di organico”.

Cosa succede ora?
“Vogliamo risorse economiche adeguate a un reale aumento degli stipendi, un miglioramento delle condizioni di lavoro e delle indennità, la valorizzazione della carriera e risposte concrete su tutti gli aspetti normativi e di benessere delle persone che curano le persone del nostro Paese, tra mille difficoltà. La legge di bilancio si è chiusa ma non la nostra lotta per un contratto dignitoso e per una piena esigibilità del diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini!”.

 

Qui i volantini della FP CGIL da scaricare (aggiornamento in progress):