
Nell’incontro del 20 febbraio, l’Aran ha riaffermato che per il Governo il quadro delle risorse disponibili per il rinnovo del contratto 2022/24 resta invariato e ha dichiarato l’indisponibilità delle parti datoriali ad affrontare anche questioni sulla parte normativa che per noi erano e restano nodi irrisolti nel testo del Ccnl che Cisl Fp, Fials e Nursind avrebbero sottoscritto lo scorso incontro.
Aran ha poi chiesto alle Organizzazioni sindacali se fosse cambiato qualcosa rispetto ai giudizi espressi lo scorso 14 gennaio.
COME FP CGIL ABBIAMO RIBADITO CHE:
• senza risorse ulteriori destinate al salario del personale
• senza lo sblocco delle risorse per indennità, differenziali economici e incarichi
• senza risposte su mensa, buono pasto e pause
• a fronte di un evidente tentativo di incrementare di fatto l’orario di lavoro
• senza risposte sullo sviluppo professionale e sulle progressioni
QUEL CONTRATTO NON RISPETTA CHI LAVORA IN SANITÀ PUBBLICA E NON PUÒ ESSERE CONDIVISO.
Abbiamo elencato i provvedimenti per i quali le risorse si sono trovate, tutti guarda caso in odore di privatizzazione strisciante o utili a favorire l’aumento delle ore lavorate, ribadendo che è una questione di volontà e di scelte politiche.
Abbiamo ascoltato nuovamente le parole vuote di chi, fra le organizzazioni sindacali disponibili, prova a circuìre lavoratrici e lavoratori parlando del prossimo contratto e non di quel che manca in questo, di chi farnetica di risorse che si perderanno sapendo di offrire il falso, di chi ha invocato un’azione unilaterale di governo o regioni certificando così la propria irrilevanza in quanto organizzazione sindacale.
Abbiamo dovuto sopportare ancora la frase: “Così magari un infermiere potrà mangiare una pizza in più con la propria famiglia”, come se il problema fosse solo una pizza e non, invece, le bollette, i mutui, i turni e i carichi di lavoro massacranti, i mancati riposi, il mancato riconoscimento professionale.
Anche oggi, come il 14 gennaio, non sono riusciti a sottoscrivere un contratto a perdere.
Non è questo che chiedono e meritano le lavoratrici e i lavoratori del servizio sanitario nazionale, c’è bisogno di altro e per questo continueremo a batterci insieme a loro.