
In Lombardia, presidio sotto la Regione dalle ore 10 alle 13
6 mag. 2025 – Proclamato lo scorso marzo, lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità privata, delle Rsa e dei Centri di riabilitazione sarà giovedì 22 maggio.
La decisione di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL nazionali, fallito il tentativo di conciliazione del 26 febbraio, è stata presa a fronte della indisponibilità delle associazioni Aiop e Aris a mettersi concretamente in gioco per rinnovare un contratto al palo da 6 anni, quello della Sanità privata e avviare finalmente una trattativa seria per un contratto unico delle Rsa e dei Cdr (settore peraltro bloccato contrattualmente da più di 13 anni).
“In Lombardia, come in tutta Italia, lavoratrici e lavoratori incroceranno le braccia per reclamare ciò che spetta loro: un contratto con salari dignitosi e diritti affermati”, dichiarano Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil regionale con delega alla Sanità e Sabrina Negri, segretaria Fp Cgil regionale con delega al Terzo settore.
Quindi un altro sciopero dopo quello del 23 settembre 2024.
“Le parti datoriali insistono nel chiedere che la copertura totale degli oneri e dei costi contrattuali sia a carico del Ministero della Salute e delle Regioni, cioè, a nostro avviso, tentano di scaricare il rischio d’impresa su lavoratrici, lavoratori e sulla collettività – replicano i due dirigenti sindacali -. Francamente, è uno scaricabarile inaccettabile visto che Aiop e Aris non sono enti di beneficenza ma associazioni imprenditoriali”.
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl nazionali sottolineano: “Quello delle strutture sanitarie private accreditate è a tutti gli effetti un servizio pubblico, che integra il Servizio Sanitario Nazionale in base all’articolo 32 della Costituzione. Per questo motivo deve essere regolato da criteri chiari e vincolanti: chi riceve accreditamenti e fondi pubblici deve garantire salari e diritti ai lavoratori e dotazioni organiche adeguate e alle stesse condizioni della sanità pubblica, e stiamo chiedendo a tutte le regioni regole chiare sugli accreditamenti che li vincolino. Non permetteremo che il diritto al contratto sia ostaggio di un ricatto economico”.
Per preparare la giornata di sciopero in Lombardia, che vedrà anche un presidio unitario sotto Regione (in Piazza Città di Lombardia 1), dalle ore 10 alle 13, Tramparulo segnala che, per la Sanità privata, è stata convocata una riunione in videoconferenza con le strutture territoriali per lunedì 13 maggio alle ore 16.
“In Lombardia il privato profit riceve fondi pubblici senza rispettare il lavoro, anche questo secondo sciopero è un atto di responsabilità collettiva. Per il riconoscimento e la valorizzazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori, dei loro diritti, per il miglioramento delle condizioni materiali in cui operano. È bene ricordare – rileva il segretario Fp Cgil regionale – che il contratto nazionale della Sanità privata è stato rinnovato nel 2020 dopo ben 14 anni di fermo.
Non si specula così sulle persone che lavorano quotidianamente per mandare avanti servizi su cui i datori di lavoro fanno profitti. Non si specula su risorse pubbliche – e dunque delle cittadine e dei cittadini – come fondo da cui attingere per ripararsi dal rischio di impresa. È insopportabile!”, attacca Tramparulo.
Con Negri che aggiunge: “Le lavoratrici e i lavoratori del Terzo settore con contratto Aris Aiop Rsa-Cdr chiedono un rinnovo contrattuale giusto e dignitoso. In un settore in crisi, dove il personale scarseggia e la qualità dell’assistenza è a rischio, è ora di riconoscere il valore di chi ogni giorno si prende cura degli altri. Aspettative che devono tradursi in azioni precise e coerenti, con l’ adeguamento degli stipendi al costo della vita e all’inflazione; il riconoscimento economico delle competenze e della professionalità maturata. Il superamento delle gravi differenze salariali rispetto ad altri comparti pubblici e privati.
Ma urgono anche – prosegue la sindacalista – piani di assunzione strutturati per risolvere la cronica carenza di personale e ridurre carichi di lavoro e organizzazione di turni sostenibili. Un accesso reale alla formazione continua e percorsi di carriera interni. Maggiore tutela della sicurezza sul lavoro e della salute, anche sul piano psicologico. Piena agibilità sindacale sui luoghi di lavoro. Chiediamo infine anche la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici nei processi decisionali che li riguardano, pertanto l’elezione della rappresentanza sindacale come è nel pubblico impiego, una contrattazione di secondo livello con al centro il tema dell’organizzazione del lavoro e un’informazione puntuale attraverso tutti gli strumenti di comunicazione che sono a disposizione”.