22 May 2025
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Sanità Privata e Rsa / Dignità in sciopero

sciopero 22 maggio 2025 presidio sotto regione

Contratti bloccati, stipendi più bassi, diritti negati: lavoratrici e lavoratori in piazza. Tramparulo e Negri, Fp Cgil Lombardia: “Tenere fermo un contratto collettivo per anni, in attesa di finanziamenti esterni, significa negare diritti fondamentali a chi ogni giorno garantisce cure e assistenza. È un ricatto silenzioso”

22 mag. 2025 – “Contratti fermi da anni, salari inadeguati, piedi puntati di Aiop e Aris. Oggi scioperiamo e siamo in piazza perché chi cura ha diritto a essere rispettato”. Così Catello Tramparulo, segretario con delega alla Sanità, e Sabrina Negri, segretaria con delega al Terzo Settore, della Fp Cgil Lombardia.

La piazza è quella sotto il Palazzo della Regione, lo sciopero è quello generale delle lavoratrici e lavoratori della Sanità privata, delle Rsa e dei Centri di riabilitazione afferenti alle due associazioni datoriali.

La partita contrattuale coinvolge, solo in Lombardia, più di 38mila persone (oltre 200mila a livello nazionale).

“Deve finire l’epoca in cui io lavoratore devo perdere soldi, perché tu datore di lavoro, invece di rinnovarmi il contratto, come da legge, ogni volta non lo fai. Lucrare sulle nostre spalle. Nel 2020 è stato rinnovato dopo 14 anni con un risarcimento di soli 1000 euro. Siamo stanchi, siamo lavoratori che tutti i giorni si prendono cura dei cittadini, professionisti della salute che meritano di essere ascoltati. Siamo sotto questo palazzo politico perché la politica deve fare la propria parte per il rispetto di tutti i lavoratori e di tutti i cittadini che ogni giorno si mettono e si fidano di noi e si mettono nella cura delle nostre mani”, ha detto intervenendo al presidio Chiara Pozzi, lavoratrice degli Istituti Clinici di Monza e delegata Fp Cgil.

Con lei, per la Fp Cgil, hanno preso la parola anche le delegate Silvia Bresciani, dell’Humanitas di Bergamo, e Loredana Baronio, Fondazione Germani di Cingia De’ Botti (Cr).

Il secondo sciopero generale, in 8 mesi. Con il contratto della sanità privata al palo da 6 anni (con già un pregresso di 14 anni -– va sempre ricordato – di indecoroso stop), mentre quello delle Rsa e dei Cdr attende da ben 13 anni, non solo il cambio di passo ma anche, visti gli accordi ponte che dovevano indicare la nuova traiettoria, l’approdo a un unico contratto di settore.

Aiop e Aris, i datori, si chiudono a riccio, vincolando il negoziato a soldi pubblici. Eppure dovranno ascoltare e tornare al confronto.

“È una pretesa indecente, chi cura e assiste ogni giorno non può pagare il prezzo dell’avidità altrui – evidenziano Tramparulo e Negri -. Il rischio d’impresa è responsabilità delle imprese. Sono Aiop e Aris a dover farsi carico dei costi del lavoro, non lo Stato. Chiedere che il contratto venga rinnovato solo se ci sono fondi pubblici è uno scaricabarile inaccettabile. Le lavoratrici e i lavoratori – aggiungono – non possono essere ostaggi dei bilanci. Tenere fermo un contratto collettivo per anni, in attesa di finanziamenti esterni, significa negare diritti fondamentali a chi ogni giorno garantisce cure e assistenza. È un ricatto silenzioso”.

striscione Fp Cgil Lombardia in piazzaDall’incontro di oggi con l’assessore regionale al Welfare Bertolaso e il direttore regionale Melazzini, un passo in più pare essere stato fatto. Regione si è impegnata a portare in Giunta il tema del rinnovo e a intervenire con i privati accreditati.

“Chi riceve fondi pubblici deve rispettare regole pubbliche. Le strutture accreditate lavorano per conto del Servizio Sanitario Regionale. Non possono pretendere soldi pubblici e contemporaneamente ignorare i doveri verso chi lavora per loro. Se scegli di fare impresa nella sanità, paghi il lavoro con dignità. Altrimenti, non ti accrediti. Questo, insieme alla richiesta di pungolare le parti datoriali regionali per smuoverle lo stallo negoziale, è uno dei due punti cruciali di quelli chiesti a Regione, in un territorio dove la sanità pubblica e la sanità privata sono stati formalmente equiparati  – spiegano i due dirigenti della Fp Cgil Lombardia -. Peccato che le lavoratrici e i lavoratori del privato, pur svolgendo lo stesso lavoro delle colleghe e dei colleghi del pubblico guadagnino meno e abbiano meno diritti. Qui bisogna cambiare rotta, riportando al centro la dignità del lavoro e facendo ripartire quanto prima le trattative per arrivare a una premiante soluzione contrattuale”.