
Zecca (Fp Cgil Lombardia): “Da 16 a 10 medici, così salta la tenuta del reparto e la qualità delle cure”
28 mag. 2025 – “Ci sono problemi di turnover, le persone non si tengono o non arrivano”. Così Bruno Zecca, segretario Fp Cgil Medici Lombardia, a margine della conferenza stampa convocata questa mattina con la Fp Cgil Varese per denunciare la grave situazione in cui versa l’Unità Operativa di Oncologia dell’Ospedale di Circolo (ASST Sette Laghi).
Quindi c’è un problema di carenza di personale?
“Esatto, una grave carenza di personale medico, che compromette la tenuta del reparto e la qualità dell’assistenza. Il numero di medici in servizio è sceso da 16 a 10 unità negli ultimi anni e le lavoratrici e i lavoratori non ce la fanno più. L’organizzazione del lavoro è centrale in ogni ambito professionale, in sanità è vitale, in un settore complesso come quello oncologico, poi, fa la differenza anche in termini relazionali che sono fondamentali. Va da sé che, con una carenza di organico di quasi il 50%, saltino molti puntelli”, risponde Zecca.
Da quanto tempo dura questa difficoltà?
“Da ormai tre anni. C’è uno stato di agitazione in corso, e siamo stati anche in Prefettura, dove le nostre istanze sono state comprese e accolte meglio che dalla direzione aziendale, con cui il confronto non sta dando i risultati necessari”.
Cioè?
“Come dicevo prima, quando i carichi di lavoro sono eccessivi per i medici rimasti la qualità dell’assistenza ne risente: i tempi per le visite sono risicati rispetto a quelli che servirebbero nei percorsi di cura oncologici. Se è vero che aumentano i progressi nelle terapie, stanno aumentando purtroppo anche le patologie oncologiche e il personale deve far fronte sia ai servizi ospedalieri (ambulatori, reparto, consulenze, guardie) che ai servizi territoriali. Come si fa, professionalmente e umanamente, a reggere?”
Come si fa?
“Le pesanti condizioni lavorative, la sensazione effettiva che miglioramenti non ci saranno non solo a breve ma forse neanche a medio-lungo termine, stanno spingendo diversi professionisti nel settore privato, alla ricerca di un benessere organizzativo, di un riconoscimento e una valorizzazione che qui non arrivano. E questa ‘fuga’, anche nella vicina Svizzera, non è compensata da nuovi ingressi, vista la mancanza di attrattività di un posto di lavoro come questo. Tema, peraltro, trasversale a tutta la sanità pubblica lombarda -, rimarca Zecca -. Al concorso per medici bandito, solo uno dei vincitori ha voluto essere assunto all’Ospedale di Varese. Per rispondere alla domanda – prosegue -, serve un urgente cambio di paradigma: mettere al centro la persona – il paziente e il professionista – significa dare braccia e gambe al sistema. Quindi per attrarre e trattenere il personale medico occorrono misure incentivanti, progressioni di carriera più rapide, welfare integrativo, e soprattutto trovare nuove forze per migliorare l’organizzazione del lavoro. Serve anche personale amministrativo, per chiudere il cerchio – incalza Zecca -. Senza interventi strutturali, il rischio concreto è la chiusura dell’Unità Operativa. E con essa, un colpo durissimo all’oncologia pubblica del territorio”.