15 milioni di voti.
Un’espressione democratica enorme. La maggioranza di chi ha votato ha espresso la propria opinione: sono a favore del reintegro per i licenziamenti illegittimi, sono a favore del fatto che sia il giudice a stabilire qual è l’indennità risarcitoria per chi è dipendente di un’impresa che ha meno di 15 dipendenti, sono a favore della specifica della causale per i contratti a termine nei primi 12 mesi, sono a favore del ripristino della responsabilità solidale tra committente e appaltatore/subappaltatore per salute e sicurezza del lavoro.
Una maggioranza più complessa a favore del riconoscimento del diritto alla cittadinanza dopo 5 anni pur rispettando tutti gli altri requisiti (conosci la lingua italiana, paghi le tasse regolarmente, hai un reddito e un alloggio adeguato e non hai carichi pendenti con la giustizia. Che poi conta solo che sei una persona che vive, studia, lavora in Italia e vuole essere portatrice di diritti e di doveri).
Il resto è polemica. Ma questo è un fatto politico.
Di fronte a questo dato, un Governo apre un confronto sui diritti del lavoro e di cittadinanza.
Rimane un capitale di militanza e di mobilitazione sociale inestimabile.
È l’inizio del risveglio democratico partecipativo.
È il segno che si può generare partecipazione su un’agenda sociale che parla della carne viva.
Salari, fisco giusto, salute.
Insieme alla dignità del lavoro e alla cittadinanza inclusiva, sono un programma di riforme che rimettono al centro il benessere delle comunità.
Credere e lottare. Mobilitarsi e partecipare.
La democrazia è scegliere di esserci, con la propria opinione, il proprio sapere, i propri bisogni avendo la generosità della solidarietà: se ognuno è meno solo, meno sfruttato, meno insicuro, stiamo tutti meglio.
Questa è una RIPARTENZA. Abbiamo proposto la Carta dei diritti universali, i Referendum e adesso discuteremo tra di noi. Come sempre. In un’organizzazione democratica.
Ma sappiamo da dove partiamo e dove dobbiamo arrivare per riconquistare diritti nel lavoro.
È un fatto storico e il merito è di chi in questi mesi ha scelto di spendere il proprio tempo, energia e vita per gli altri, convinti che per stare tuttə meglio nessuno deve rimanere indietro.
Dobbiamo fare più e meglio? Certo ma intanto ci siamo.
Dite quello che volete ma giustizia insieme significa #sindacato
E tutto è stato possibile grazie a centinaia di #attivisti #Militanti #delegatə #volontari
#referendum #democrazia #partecipazione
Grazie a tutte le delegate e delegati della Fp Cgil Nazionale
Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil Nazionale, su Facebook il 9 giugno 2025