17 Jul 2025
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Beni Culturali / Soprintendenza divisa, tutela indebolita

beni culturali - statua a metà

In una lettera aperta votata all’86%, la RSU denuncia una scelta sbagliata nel metodo e nel merito. In Lombardia, la divisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (ABAP) penalizzerà il personale e la tutela. La Fp Cgil: “Una riforma calata dall’alto che ignora territori, lavoratrici e lavoratori. Sedi svuotate, personale spostato, territori più deboli. La tutela non si fa spezzando, ma investendo”

16 lug. 2025 -L’ultima riforma del Ministero della Cultura, voluta dall’ex ministro Sangiuliano e confermata dal ministro Giuli, ridisegna la tutela del nostro patrimonio. Il prezzo? In Lombardia, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio – competente su Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese -viene divisa. Questo non implica solo una frammentazione delle competenze, ma anche lo spostamento degli uffici dalla sede storica di Milano, con gravi conseguenze per lavoratrici, lavoratori e la tutela. La Rsu, per protestare contro questa divisione, ha scritto nelle scorse settimane, una lettera aperta, mandata per opportuna conoscenza anche al Soprintendente Giuseppe Stolfi.

La nostra protesta è netta: votata all’86% dal personale in servizio, denuncia una scelta sbagliata nel metodo e nel merito. Le competenze della Soprintendenza saranno spartite tra due istituti: uno con sede a Monza (per le province di Monza e Pavia, che non confinano nemmeno) e uno a Como (per Como, Lecco, Sondrio e Varese). Milano viene svuotata, senza che siano state individuate sedi adeguate per accogliere personale, depositi, laboratori e archivi – racconta Stefano Rossi, delegato Rsu Fp Cgil-. L’operazione era già stata tentata nel 2017 e ora viene riproposta in fretta e senza confronto, in nome di una prossimità al territorio che non sta in piedi. Non bastano due nuove targhe sulla porta per garantire tutela e valorizzazione. Servono risorse, strumenti e stabilità, non frammentazione”.

La riforma, presentata come rilancio, rischia di indebolire la vigilanza e l’efficacia degli interventi. “Questa divisione crea solo confusione, sovraccarico e disagio – prosegue Rossi -. Siamo già sotto organico, impegnati sui cantieri olimpici per i Giochi Invernali Milano-Cortina 2026 e nella vigilanza sulle opere finanziate con fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E ora ci chiedono di spostarci in sedi lontane e non attrezzate, con ricadute pesanti sull’equilibrio vita-lavoro!”.

L’impatto non è solo interno. Utenza più distante, tempi più lunghi, costi maggiori, spreco di risorse.

Lo chiamano decentramento, ma è uno smantellamento – afferma Pietro Scalzo, coordinatore Fp Cgil Lombardia per il Ministero della Cultura -. E mentre i territori reclamano tutela e competenze, il Ministero risponde con una mappa sbagliata e personale sempre più demotivato. Questa non è una riorganizzazione, è un’operazione di facciata che penalizza lavoratrici, lavoratori e patrimonio. La tutela non si fa dividendo: si fa investendo, ascoltando, garantendo diritti e professionalità. La Fp Cgil è pronta a fare la sua parte, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori, perché la cultura non si smembra”.