
A cinque mesi dall’inizio delle Olimpiadi invernali, la Lombardia resta senza un piano per garantire mezzi e strumenti ai Vigili del Fuoco che dovranno presidiare siti olimpici e aree ad alto rischio. Giacalone (coordinatore regionale Fp Cgil VVF): “Inaccettabile e vergognoso che un evento mondiale venga affrontato con dotazioni inadeguate, scaricando il rischio sui soccorritori e sulla sicurezza dei cittadini”
2 sett. 2025 -Mentre si avvicinano le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, previste per il prossimo febbraio, la Lombardia resta senza un piano per garantire mezzi e strumenti ai Vigili del Fuoco che dovranno presidiare siti olimpici e aree ad alto rischio. Gli altri Enti hanno già da tempo organizzato mezzi e strutture, i pompieri invece no: la disparità è evidente, la macchina dello Stato è ferma, i tempi tecnici saltati.
Michele Giacalone, coordinatore regionale Fp Cgil, non usa mezzi termini. “I Vigili del Fuoco lombardi non hanno ricevuto alcuna assegnazione di risorse nei capitoli di spesa dedicati all’evento di febbraio 2026, eppure siamo cruciali per la sicurezza dei siti di Milano e della Valtellina. La linea rossa è stata superata. Non ci sono più i tempi per acquistare automezzi, equipaggiamenti e logistica. Il mercato non è in grado di fornire a brevissimo beni specialistici come mezzi, vestiario tecnico, telecomunicazioni e attrezzature di soccorso: non è solo lentezza amministrativa, ma un ostacolo strutturale ormai impossibile da aggirare. Ci presenteremo con quello che abbiamo, sperando basti. È inaccettabile e vergognoso che un evento mondiale venga affrontato con dotazioni inadeguate, scaricando il rischio sui soccorritori e sulla sicurezza dei cittadini”.
Il sindacalista ricorda che nell’ottobre del 2024 si erano definite priorità di acquisto e stime per lo straordinario, in base a una pianificazione presentata al Ministro dell’Interno. “L’amministrazione ha avuto a disposizione quasi un anno, eppure i 30 milioni di euro stanziati dal decreto grandi eventi (dl 96 del 30 giugno 2025, convertito nella legge 119/2025) restano sospesi nei capitoli di spesa. E così, mentre le donne e gli uomini del Corpo in Lombardia continuano a lavorare con mezzi vecchi e in sotto organico, la Direzione regionale e i Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco non sanno quale fetta di quelle risorse spetterà loro”.
La speranza è l’ultima a morire?
“La speranza è che basti quanto abbiamo in dotazione, oltre al nostro costante impegno. E che l’Amministrazione capisca il prima possibile quanto il suo atteggiamento sia grave. Il sistema di soccorso è fortemente messo a rischio. In gioco non c’è solo l’immagine, ma la salute e la sicurezza dei pompieri e dei cittadini, il cui rapporto di fiducia con i Vigili del Fuoco è parte imprescindibile della nostra attività. Un rapporto che questa inerzia irresponsabile rischia di tradire”, chiude Giacalone.