
“Fermiamo la barbarie”
3 sett. 2025 – Sumud in arabo è parola dai diversi significati, tra cui resistenza e resilienza, perseveranza e senso di appartenenza e cura del proprio territorio, solidarietà. Per la popolazione palestinese è cifra identitaria e valore culturale, àncora per far fronte all’oppressione, all’occupazione, all’assedio coloniale da parte di Israele.
E ora questa parola plurivalente gonfia le vele della Global Sumud Flotilla, flotta internazionale umanitaria e civile composta da decine di imbarcazioni, per lo più di medio-piccole dimensioni, di 44 Paesi (tra cui Italia, Francia, Spagna, Danimarca, Regno Unito, Turchia, Australia, Nuova Zelanda).
Tra le persone a bordo ci sono attivisti, artisti, medici, politici, giornalisti, religiosi, volontari. Persone che, con i loro corpi e la loro volontà, carichi di cibo e medicine, hanno l’obiettivo di portare aiuti alla popolazione palestinese, massacrata dai crimini del governo israeliano, rompendo il blocco da questo imposto all’accesso via mare a Gaza.
E va qui ricordato che a queste vele si è ora aggiunta anche la Life Support di Emergency.
A sostegno di questa missione umanitaria e nonviolenta, la Cgil chiama alla mobilitazione nazionale invitando “lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, studenti e studentesse, il mondo associativo, artisti, intellettuali, giornalisti ad unirsi a scendere in tutte le piazze delle città italiane sabato 6 settembre per chiedere che si fermi la barbarie in corso e che il governo italiano si schieri dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale”.
Per fermare il genocidio del popolo palestinese la Cgil ha fatto proprie le richieste del sindacato mondiale Csi ai capi di stato e di governo “al fine di: interrompere la consegna di armi, raggiungere un cessate il fuoco e garantire l’ingresso di aiuti umanitari illimitati subito, rilasciare tutti gli ostaggi e i prigionieri politici, riconoscere lo stato di Palestina, porre fine all’occupazione e interrompere il commercio con gli insediamenti illegali e rafforzare la democrazia per raggiungere una pace duratura in tutta la regione”.
Sollecitando anche le richieste già avanzate dalla Ces, la Confederazione europea dei sindacati, e dalle federazioni europee di categoria, alla Commissione europea perché “si sospenda l’Accordo di associazione UE-Israele e si interrompa ogni commercio di beni prodotti negli insediamenti illegali”.
Gaza oggi è un punto di non ritorno. La fame come arma di guerra, la distruzione sistematica come politica: di persone (donne, uomini, bambini), della cultura e dell’arte, dell’informazione (oltre 200 i giornalisti uccisi dall’esercito israeliano dall’ottobre 2023), dell’umanità ampiamente intesa. Non sarebbe dovuto accadere, dopo Auschwitz.
Anche la Fp Cgil parteciperà, in Lombardia, alle manifestazioni organizzate sul territorio (qui l’elenco >>>).
Prosegue la raccolta fondi della Cgil per fornire pacchi famiglia e pasti caldi a circa mille nuclei grazie alla collaborazione con l’Associazione delle Ong Italiane e il Ciss di Palermo.
Per donare, questi i riferimenti:
IBAN: IT42S0103003201000002774730
Intestato a: Cgil – Confederazione Generale Italiana del Lavoro
Causale: Aiuti umanitari Gaza.