
Fp Cgil: “servono risorse e stabilità”. Il 16 settembre sciopero nazionale precari Pnrr, la delegazione mantovana va al presidio a Milano.
15 sett. 2025 – Al Tribunale di Mantova lavora la metà delle persone previste. Su 66 in pianta organica, le lavoratrici e i lavoratori effettivi sono 34. Altri 32 sono stati assunti con contratti a termine grazie al Pnrr, ma la loro scadenza è fissata al 30 giugno 2026. Senza stabilizzazione, il tribunale rischia la paralisi.
“La risposta del ministro Carlo Nordio all’interrogazione presentata dalla deputata Antonella Forattini conferma l’abissale scopertura di organico, ma non dà alcuna prospettiva reale – spiega Elena Giusti, segretaria generale della Fp Cgil territoriale –. È lo stesso schema già visto due anni fa con l’ufficio del giudice di pace: il ministro riconobbe i numeri severi e promise rinforzi che a Mantova non sono mai arrivati. Oggi ripete che si potrà intervenire con la mobilità interna o gestendo i pensionamenti, ma sono soluzioni irrealistiche. La mobilità è un miraggio perché ovunque mancano lavoratrici e lavoratori, e i pensionamenti non sono un imprevisto. Senza risorse vere in legge di bilancio, la giustizia a Mantova resta scoperta”.
Giusti ricorda che la crisi è nazionale: tribunali, corti d’appello e uffici giudiziari soffrono carenze croniche e il rischio di collasso è reale. La scadenza dei contratti Pnrr non solo lascerebbe a casa decine di persone, ma aggraverebbe ancora di più i carichi di lavoro del personale di ruolo, già oggi insostenibili.
Dal fronte degli uffici la musica non cambia. “Le 2.600 assunzioni annunciate per la Giustizia saranno distribuite a sorte in tutto il Paese, senza garanzie per questo territorio – osserva Massimiliano Sottile, assistente giudiziario all’Unep e delegato Rsu Fp Cgil –. Una cosa sono i bandi, altra gli investimenti concreti sul personale. Le progressioni restano ferme, i concorsi non coprono i vuoti ma spostano persone su altre qualifiche. Chi resta continua a farsi carico di ogni mansione, spesso per quarant’anni con la stessa qualifica, mentre il Ministero accumula promesse non mantenute”.
Per la Fp Cgil la strada è chiara: stabilizzare tutte e tutti i precari, valorizzare professionalmente ed economicamente il personale di ruolo, ridurre i carichi di lavoro con nuove assunzioni. Sono queste le condizioni minime per garantire servizi a cittadini e imprese.
“La richiesta è una sola: stabilizzare chi già lavora e garantire le risorse per far funzionare davvero il servizio”, concludono Giusti e Sottile.