
Il coordinatore regionale Rattini: “La formazione deve rafforzare la sicurezza, non confondere chi la tutela”
22 ott. 2025 – C’è un confine sottile tra la formazione e la manipolazione. In Lombardia, il corso di aggiornamento per i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), tenutosi il 7 e 9 ottobre scorsi, è diventato — secondo le organizzazioni sindacali regionali Fp Cgil e Usb PI — “un vero e proprio insulto alla professionalità ed al ruolo della figura dell’Rls”.
Ne parliamo con Riccardo Rattini, coordinatore dell’Agenzia delle Entrate per Fp Cgil Lombardia.
Che opinione ti sei fatto di questo corso?
“Un aggiornamento professionale dovrebbe accrescere competenze e consapevolezza, non toglierle. Qui è successo l’opposto. In otto ore, solo un’ora è stata dedicata alle novità normative reali. Il resto? Nozioni di base, inutili per chi il ruolo di Rls lo svolge da anni, e perfino teorie su strumenti di misurazione del microclima che non esistono in nessun ufficio dell’Agenzia. Siamo di fronte a una farsa spacciata per formazione -, denuncia Rattini -. La formazione sulla sicurezza non può diventare un atto di sudditanza, né uno strumento per ridicolizzare chi rappresenta le lavoratrici e i lavoratori”.
Nel comunicato diffuso parlate anche di “pressioni” sui medici competenti. Di cosa si tratta?
“Durante il corso è stato detto che i medici competenti non possono prescrivere limitazioni per chi lavora al front office o proporre giornate di lavoro agile per motivi di salute. Una falsità. Ci è stato anche riferito di un incontro in cui ci sarebbero state ingerenze affinché nessun medico intervenisse in tal senso. Se fosse vero, saremmo davanti a un fatto gravissimo. La salute non è una concessione del datore di lavoro”.
Qual è allora la vostra richiesta alla Direzione Regionale?
“Questi corsi vanno completamente rivisti. Non vogliamo aggiornamenti fittizi, ma percorsi che diano strumenti reali a chi rappresenta la sicurezza. I e le rappresentanti alla sicurezza sono garanti di un diritto costituzionale: la salute nei luoghi di lavoro. Non vanno considerati ingranaggi passivi di un sistema che preferisce il silenzio alla tutela”.
C’è chi potrebbe replicare che si tratta solo di un malinteso formativo. È così?
“No. È una scelta politica e culturale. Si tenta di ridurre la sicurezza a burocrazia e gli Rls a figura ornamentale. Ma noi, come Fp Cgil, non lo permetteremo. La sicurezza non si insegna depotenziandola: si costruisce con rispetto, ascolto e verità. Se in otto ore di corso si è detto poco o nulla di utile, è il sistema che ha bisogno di una revisione, non chi lo denuncia”.