29 Oct 2025
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Ministero dell’Interno in Lombardia, la Fp Cgil rilancia sul Lavoro Agile: “Un diritto, non una concessione”

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Dopo lo sciopero dell’8 ottobre alla Prefettura di Milano, la mobilitazione si estende a tutti gli uffici territoriali del Ministero: “Limitare lo smart working significa non fidarsi di chi lavora”

29 ott. 2025 – La situazione è tesa negli uffici lombardi del Ministero dell’Interno. Dopo lo sciopero dell’8 ottobre alla Prefettura di Milano, che ha visto una partecipazione massiccia del personale, la mobilitazione si estende, denunciando condizioni di lavoro non dignitose e una carenza cronica di organici che sta portando alcuni servizi al collasso completo.

Se la protesta è nata dal disagio generalizzato, il punto di scontro più acceso è oggi il nuovo regolamento sul Lavoro Agile.

Come ricorda Andrea Ferraccio, coordinatore Fp Cgil Lombardia per il Ministero dell’Interno, il regolamento del 17 ottobre 2025 entrerà in vigore il 1° dicembre 2025, stabilendo un limite massimo di 8 giorni mensili di lavoro agile in via ordinaria.

“Il Prefetto di Milano, in vigenza del precedente regolamento, aveva impartito un indirizzo restrittivo che si è tradotto per molti lavoratori e lavoratrici in una riduzione delle giornate mensili di lavoro agile rispetto al massimo previsto, senza che si fossero verificate criticità o evidenze particolari. Questa disposizione ha fatto registrare un’inversione di tendenza rispetto all’applicazione di un istituto contrattuale consolidato. La vigente normativa contrattuale lascerebbe spazi di applicazione maggiori anche per le persone fragili, caregiver e genitori, ma l’amministrazione continua a mostrare una mentalità restrittiva, che rivela una mancanza di fiducia verso chi lavora. Il problema non è il regolamento in sé, ma la percezione che il lavoro agile sia considerato unicamente come una concessione da parte del dirigente ai propri dipendenti e non un’altra modalità di lavoro. Questa impostazione rigida non è giustificabile in un Ministero dell’Interno moderno. Vigileremo sull’applicazione del nuovo regolamento”, afferma il sindacalista.

Paradossalmente, le limitazioni imposte dal Prefetto vanno contro la stessa strategia del Ministero, che nel suo Piano Strategico (Piao 2025-2027) ha collegato l’aumento della produttività individuale alla piena applicazione del lavoro agile.

“La motivazione è chiara: ridurre i tempi di spostamento casa-lavoro aumenta necessariamente la produttività. Un’indagine nazionale, riportata nel Piao, ha inoltre evidenziato che la stragrande maggioranza di dipendenti e dirigenti si è dichiarata soddisfatta di questo istituto – spiega Ferraccio -. Restringere il lavoro agile, anziché espanderlo, rappresenta un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi triennali del Ministero e solleva dubbi su come i dirigenti che operano queste restrizioni potranno poi ottenere i risultati voluti e l’eccellenza nelle valutazioni”.

L’applicazione piena del lavoro agile, sottolinea la Fp Cgil, è anche una leva per favorire nuove assunzioni e incentivare il personale a scegliere sedi lontane, viste le difficoltà croniche di reclutamento.

Per questo, il coordinamento regionale Fp Cgil Lombardia del Ministero dell’Interno, riunitosi ieri, lunedì 27 ottobre, insieme a Ferraccio e al segretario regionale Dino Pusceddu, ha delineato una strategia concreta per ottenere l’applicazione piena e non restrittiva di questo istituto, puntando alla sua espansione.

Il piano d’azione immediato è promuovere la massima adesione e inondare le amministrazioni di Manifestazioni d’Interesse.

“Va considerato che, a partire da giovedì 20 novembre, i contratti in essere devono essere rinnovati alla luce del nuovo regolamento. È fondamentale che le lavoratrici e i lavoratori presentino la richiesta al proprio dirigente, e in copia conoscenza all’ufficio del personale, entro novembre, prima dell’entrata in vigore del regolamento – avverte Ferraccio -. I dirigenti sono obbligati a rispondere alle richieste. In caso di diniego parziale (ad esempio, concedere 7 giorni anziché 8), la risposta deve essere motivata e fornita entro 10 giorni. È essenziale che la risposta sia trasmessa anche per conoscenza al dipartimento del personale, misura volta a scoraggiare motivazioni improprie per non dire fantasiose, come abbiamo già avuto modo di vedere di recente”.

La nostra vertenza sindacale per il lavoro agile e per una maggiore digitalizzazione del flusso documentale si unisce così alla vertenza per la carenza di personale, volendo una modernizzazione vera del Ministero dell’Interno. Sono in realtà la stessa vertenza perché, per rendere più attrattive le amministrazioni, è necessario favorire la conciliazione vita lavoro oltre che garantire salari dignitosi e in linea al costo della vita: non solo non sono arrivate queste risposte dal contratto nazionale ma nel Ministero dell’Interno si aggrava la situazione con scelte che peggiorano le condizioni di vita di chi già ci lavora. In caso di mancato ascolto, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, saremo pronti a partire con una mobilitazione”, conclude Dino Pusceddu.