1 Nov 2025
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Anaste: la cura non si svende. Sciopero nazionale per dignità, diritti e salari giusti

presidio anaste

A Milano presidio regionale unitario davanti alla Casa Famiglia di Affori: lavoratrici e lavoratori del settore socio-sanitario assistenziale chiedono rispetto, contratto vero e condizioni di lavoro dignitose

31 ott. 2025 – Il maltempo non ha fermato il presidio regionale organizzato oggi, a Milano, davanti alla Casa Famiglia di Affori, in via Franco Faccio, da Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e UilTucs Lombardia nell’ambito dello sciopero nazionale Anaste.

A prendere la parola, tra gli altri, Annalisa, educatrice in una struttura Anaste, che, partendo dalla sua storia umana – la perdita di un fratello malato di sclerosi multipla – ha evidenziato il valore e la dignità del lavoro di cura.

“Il lavoro di assistente è uno dei più duri che io abbia mai visto, dal punto di vista fisico, ovviamente, ma anche dal punto di vista psicologico: si materializzano tutte le paure che noi esseri umani abbiamo della malattia, della sofferenza, della morte, di come vorremmo noi essere assistiti quando avremo bisogno, non se avremo bisogno – afferma -. Il contratto vuol dire che la società riconosce questa dignità e questa importanza. Se non lo fa, vuol dire che non la riconosce, vuol dire che diventa una merce, che si vende. Si può vendere la vecchiaia, la sofferenza, la malattia? Io credo di no. E credo che noi, voi fate il lavoro più importante della società. Quindi contratto, contratto, contratto!”.

Il suo messaggio, dunque, non è rivolto solo alle colleghe e ai colleghi figure socio-sanitarie assistenziali, ma a tutte le persone, alle cittadine e ai cittadini, nonché alle parti datoriali che siglato contratti secondo la logica del ribasso e dello svilimento professionale.

Le richieste avanzate con questa giornata di sciopero sono nette: salari in linea con gli altri contratti del terzo settore, già rinnovati con aumenti superiori al 10%; tutela piena della malattia, con retribuzione al 100%; introduzione della quattordicesima e della previdenza complementare; superamento degli orari plurisettimanali e delle notti passive; stabilizzazione del lavoro e contrasto al part-time forzato.

Dal presidio, Pietro Coppola, segretario Fp Cgil Ticino Olona, incalza per avere, per tutto il sistema socio-sanitario, un “contratto unico di settore. Non possiamo accettare il dumping contrattuale fra persone che fanno lo stesso lavoro, soprattutto alla luce dei recenti rinnovi delle Cooperative sociali, di Uneba”, dice, ripetendo un mantra della Fp Cgil: “Stesso lavoro, stessa retribuzione, stessi diritti. Non ci devono essere differenze né economiche né normative. Per questo siamo qua insieme agli altri sindacati confederali per dire no ai contratti pirata sottoscritti da associazioni non rappresentative”.

Sabrina Negri, segretaria Fp Cgil Lombardia, a margine dell’iniziativa, dichiara: “Anaste sceglie ancora la strada del ribasso, ignorando la piattaforma unitaria e firmando un contratto che peggiora le condizioni lavorative. È inaccettabile che la malattia resti scoperta, che i part-time forzati diventino la regola, che il salario non permetta di vivere dignitosamente”.

La vertenza, appunto, non nasce oggi. Già nel 2017, e poi ancora nel 2022, Anaste aveva firmato contratti separati, fuori dal perimetro confederale. “Da allora – spiega Negri – le lavoratrici e i lavoratori sono rimasti con tutele ridotte e stipendi fermi. Ma senza di loro le strutture non esisterebbero: sono loro che tengono in piedi la cura, ogni giorno, con competenza e responsabilità. Lo sciopero di oggi è un atto di dignità collettiva: per chi lavora, per chi viene assistito, per la qualità dei servizi che tengono insieme il Paese”.

Da segnalare che c’è stato anche chi, non potendo scioperare, ha aderito simbolicamente alla protesta con un adesivo appuntato addosso.